” Contatto 2.0″, l’ ambizioso progetto di Maria Ronca

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” Contatto 2.0″ è l’ ambizioso progetto di Maria Ronca di riunire tutti i vari operatori sociali per regolare il rapporto tra genitori e figli,al fine di tenere lontani i ragazzi da forme di bullismo e cyberbullismo.Primo passo per risolvere un problema è comprenderlo.Da questa volontà nasce l’ incontro di sabato scorso presso il Carcere Borbonico con diversi relatori che si sono confrontati sul tema.” Bullismo e cyberbullismo – chiarisce Simone Picariello,ricercatore presso l’ università degli Stidi di Salerno – nascono da una comune radice di violenta e reiterata aggressione con peculiarità diverse.Se il bullismo nasce dallo scontro anche fisico tra persone conosciute il cyberbullismo e’ insidioso perché si insinua negli spazi della rete,senza precisi limiti temporali”. Picariello racconta così di generazioni che rischiano di isolare e di isolarsi.” Occorrono educatori generosi – osserva Picariello – che prestino attenzione ai ragazzi.” Come ribadisce la Ronca bisogna saper gestire i processi di comunicazione.” Sono qui – avverte il Prof.Pellegrino Caruso- per ribadire la necessità che solo insieme si possono trovare soluzioni a problemi complessi.Per questo motivo coordino con soddisfazione Eos,giornale di Istituto del Convitto Colletta”. Vengono così sfogliate virtualmente in sala le pagine del giornale on line da cui si evince la costante abitudine degli studenti del Convitto a coniugare le risorse del digitale con l’attenzione alla persona,favorita da incontri con psicologi, uomini di Chiesa,giornalisti, attori, e vari operatori del sociale. Nel corso del convegno si ribadisce ,dunque, che la relazione educativa – deve restare sapientemente asimmetrica con un magister che sappia essere insegnante ,lasciando un “signum” in allievi che devono poi maturare un ” carattere” inteso come impronta personale che muove dallo sviluppo di capacità culturali e relazionali.” Al Convitto – precisa Caruso – con diversi colleghi sosteniamo i ragazzi anche in attività teatrali,sviluppo delle abilità digitali e da qualche anno,grazie alla Dirigente Brigliadoro, e’ attivo anche un corso di enigmistica che guido con la Prof.ssa Zen.” Nasce a questo punto un dibattito in sala su come difendere la scuola dalle disattenzioni della politica alle emergenze educative del nostro tempo.Incalzante l’ intervento del Prof.Luigi Mainolfi: ” Conosco il mondo della scuola,avendo insegnato ed essendo stato responsabile alla Provincia del settore istruzione ma non posso non rattristarmi,vista l’eccessiva burocratizzazione della scuola in cui le aule,riprendendendo il pensiero di Della Loggia, sono ” vuote” ogni volta che si perde di vista la missionarieta’ dell’insegnamento,atto etico di chi deve sapersi fare ” regista ” di cio’che accade in classe.” Si alternano così al microfono genitori che ribadiscono come la scuola deve sapere essere ” inclusiva” avvalendosi anche di nuove figure professionali come sociologi e psicologi.In sala vi e’ chi come Giuseppe Pescatori ricorda la storia di Andrea,giovane ragazzo suicidatosi per una serie di critiche rivoltegli per un pantalone divenuto rosa per un errore di lavaggio in lavatrice.” Insieme con il Prof.Caruso e tutti gli attori sociali che ci sosterranno – chiosa la Ronca- cercheremo di invitare Teresa Manes,la madre di Andrea,perché abbiamo bisogno di testimoni che già ricordano come siamo tutti responsabili di ogni suicidio.Chi rinuncia alla vita rifiuta non solo se stesso ma anche la società che lo ha lasciato solo di fronte alle sfide della vita.”