Costituzione, in difesa dei diritti

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Questa settimana vogliamo mettere in evidenza due eventi che, andando in controtendenza rispetto alle miserie del nostro tempo, ci comunicano due buone notizie.

Il primo evento si è verificato mercoledì quando il presidente della Corte costituzionale Giorgio Lattanzi ha incontrato il Presidente della Repubblica per esporgli il progetto “Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle carceri”, che prenderà il via il 4 ottobre nel carcere romano di Rebibbia.  Nel corso dell’incontro il presidente Lattanzi ha illustrato al Capo dello Stato i contenuti e le finalità del progetto, che, come per il “Viaggio in Italia nelle scuole”, risponde anzitutto all’esigenza della Corte di incontrare fisicamente alcune realtà sociali del Paese per diffondere la conoscenza della Costituzione e farne condividere i valori, allo scopo di costruire una solida “cultura costituzionale”. Con la scelta del carcere, la Corte vuole testimoniare che la Costituzione “appartiene a tutti”, anche a chi è detenuto, con i doveri e le relative responsabilità ma anche con i diritti e le relative tutele. Garantendone i diritti, la Costituzione impone che la detenzione non sia senza regole e che le regole, a loro volta, non siano in contrasto con la Costituzione. La Costituzione e la Corte costituzionale non conoscono muri e non si fermano davanti alle porte del carcere. Pur con le limitazioni connaturate alla detenzione, costituiscono una garanzia di legalità per tutti i detenuti, che siano cittadini o stranieri, immigrati regolari o irregolari. La Costituzione è una “legge suprema”, uno scudo nei confronti dei poteri dello Stato, che neppure il legislatore con le sue mutevoli maggioranze può violare. La Corte costituzionale ha il compito di farla rispettare e di risolvere gli eventuali conflitti tra i diversi poteri dello Stato, in modo che ciascuno di essi possa svolgere senza impedimenti o limitazioni le proprie funzioni. Infine, il Presidente Lattanzi ha ricordato le varie iniziative assunte dalla Corte e l’impegno di ciascun giudice per diffondere la cultura della Costituzione, nella convinzione che sono le Carte e le Corti costituzionali, insieme con i giudici comuni, che ci difendono dai vecchi fantasmi che hanno ripreso ad agitarsi in Europa e a mettere in discussione le regole della democrazia, della libertà e dell’eguaglianza, e i diritti fondamentali che le accompagnano. Il Presidente della Repubblica Mattarella ­– precisa la nota diffusa alla stampa –  ha pienamente condiviso i contenuti, lo spirito e le finalità di questa “significativa iniziativa della Corte costituzionale”.

La buona notizia è che le istituzioni di garanzia, sono in piedi e sono fermamente intenzionate a difenderci, ciascuno nel proprio ruolo, dai fantasmi che in tutt’Europa, mettono in discussione le regole della democrazia, della libertà e dell’eguaglianza. Il più esposto su questo fronte è proprio il Presidente della Repubblica che in queste ore deve maneggiare le proposte di decreti legge su immigrazione e sicurezza.

La seconda buona notizia è il discorso che ha fatto papa Francesco giovedì scorso  ai partecipanti, ricevuti in udienza, alla Conferenza internazionale su «Xenofobia, razzismo e nazionalismo populista nel contesto delle migrazioni mondiali» promossa a Roma dal Dicastero vaticano per lo Sviluppo umano integrale con il quale il Pontefice ha definitivamente delegittimato le politiche che producono quei fantasmi a cui facevano riferimento Lattanzi e Mattarella, ribadendo la dignità di tutti gli uomini, e l’unità fondamentale del genere umano.  Mettendo da parte il testo preparato, il Papa ha parlato interamente a braccio. Ecco i punti principali: «Viviamo tempi in cui sembrano riprendere vita e diffondersi sentimenti che a molti parevano superati (..) Sentimenti di sospetto, di timore, di disprezzo e perfino di odio nei confronti di individui o gruppi giudicati diversi in ragione della loro appartenenza etnica, nazionale o religiosa e, in quanto tali, ritenuti non abbastanza degni di partecipare pienamente alla vita della società (..) Questi sentimenti, poi – ha aggiunto -, troppo spesso ispirano veri e propri atti di intolleranza, discriminazione o esclusione (..) Purtroppo accade pure che nel mondo della politica si ceda alla tentazione di strumentalizzare le paure o le oggettive difficoltà di alcuni gruppi e di servirsi di promesse illusorie per miopi interessi elettorali».

Da questi due eventi, attraverso linguaggi differenti, vengono fuori parole di speranza che ci danno ristoro come l’acqua per un viaggiatore che attraversa il deserto.

di Domenico Gallo edito dal Quotidiano del Sud