Quando si parla di salute occorre sempre farlo con rispetto, direi “in punta di piedi”. Non posso perciò condividere le infelici esternazioni di questi giorni di Nicola Morra.
Parimenti non condivido però il cieco attacco alla sua posizione da presidente della Commissione antimafia: mi pare francamente che le questioni si possano e si debbano scindere.
In particolare, colpiscono le invettive di queste ore, che arrivano da chi non può certo ergersi a paladino della lotta alla criminalità organizzata. Chi oggi chiede la testa di Morra sta in un partito che fino a ieri difendeva perfino una propria senatrice quando affermava che “La nostra mafia non difende più il territorio”.
Così come altri partiti che in otto mesi hanno totalizzato il record di 5 arrestati per presunti reati collegati alla mafia.
In Italia purtroppo ci sono perfino partiti politici che, secondo alcune sentenze passate in giudicato, sono stati fondati da condannati per reati di mafia.
Nemmeno condivido la tempestività con cui il Servizio pubblico televisivo ha “cassato” la partecipazione di un rappresentante delle istituzioni sulla scia delle polemiche.
Insomma da un lato, quando si sbaglia bisogna affrettarsi a chiedere scusa (cosa che peraltro Nicola Morra ha fatto), dall’altro sarebbe opportuno evitare di creare un caso su una evidente caduta di stile, per occuparsi invece, di fornire risposte agli italiani preoccupati per il loro futuro. In queste ore dovremmo occuparci di risorse e di ristori, di supporto alle categorie produttive ed alle famiglie in difficoltà per l’emergenza da Covid19″
Carlo Sibilia