Dal mito di Hollywood all’universo di Ken Loach

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Si proietta oggi al Partenio “Io, Daniel Blake”

 

Racconta il mito di Hollywood il festival Laceno d’oro. Lo fa attraverso una mostra "Hollywood e Cinecittà nel primo dopoguerra” a cura di Orio Caldiron e Matilde Hockofler, inaugurata ieri al Carcere Borbonico alla presenza del curatore Caldirone e di Paolo Speranza, direttore di Quaderni di Cinemasud. Sono trenta i pannelli che riproducono le pagine della rivista, nel segno delle grandi star di Hollywood, da Ava Gardner a Liz Taylor e Clark Gable. Ad accompagnare ogni pannello una citazione d’autore, affidata alle parole di attori o scrittori. E’ Speranza a sottolineare come «la mostra dedicata «Hollywood», il settimanale cinematografico prodotto a Milano dal 18 settembre 1945 al 31 dicembre 1952, edito da Ottavia Vitagliano che pubblica anche «Novelle Film» e diretto da Adriano Baracco, tra le riviste più diffuse del dopoguerra, racconti come il mito di Hollywood abbia fortemente influenzato il nostro immaginario, contribuendo a quell’egemonia culturale degli Stati Uniti che caratterizzerà anche il nostro paese. Ad emergere dalle pagine anche il contrasto tra l’immagine patinata che restituiva il cinema e la realtà di Hollywood, caratterizzata da mille sfaccettature». Nel pomeriggio il confronto alla Biblioteca del Loreto sulla legge regionale del cinema con Antonio Spagnuolo, presidente di Immaginazione e direttore artistico del festival,  Maurizio Gemma, Direttore della Film Commission, e di Antonio Borrelli del Coordinamento Lavoratori Regione Campania Cinema. E’ stata l’occasione per ricordare le opportunità che offre la legge sul piano della promozione, produzione e formazione, nel segno della valorizzazione di pellicole girate sul territorio. «La scommessa – ha spiegato Gemma – sarà quella di valorizzare le reti territoriali». Oggi prosegue la retrospettiva dedicata al cinema iraniano di Amir Naderi, che riceverà domenica il premio Laceno d’oro, alle 16, al Partenio, spazio alla pellicola “Marathon ”, alle 18, alla ribalta il cinema indipendente con “Oggi insieme domani anche”, film partecipato a cura di Antonietta de Lillo, seguirà l’incontro con Maria Di Razza. Dopo "Il pranzo di Natale", Antonietta De Lillo, coordina un altro “film partecipato”, un altro documentario che è frutto degli apporti di numerosi registi. Una riflessione su cosa è cambiato in Italia dall’introduzione della legge sul divorzio più di quarant’anni dei Comizi d’amore realizzati da Pasolini, attraverso testimonianze di coppie anziane e giovani. Alle 20.15 si proietta “Fiore” di Claudio Giovannesi, seguirà il confronto con l’attrice Daphne Scoccia. Una pellicola, quella di Giovannesi, che racconta lo spazio angusto del carcere minorile attraverso la storia di Daphne, detenuta per rapina che si innamora di Josh, anche lui giovane rapinatore. Ma in carcere ’amore è vietato: la relazione di Daphne e Josh vive solo di sguardi da una cella all’altra, brevi conversazioni attraverso le sbarre e lettere clandestine. Il carcere non è più solo privazione della libertà ma diventa anche mancanza d’amore. Alle 22.30 omaggio a Ken Loach con la proiezione di “io, Daniel Blake”, Palma d’oro a Cannes nel 2016, ulteriore atto politico del cineasta inglese, che si scaglia contro le aberrazioni burocratiche della Gran Bretagna di oggi. Loach racconta le aberrazioni amministrative dell’Inghilterra di oggi, attraverso la storia di  Daniel Blake, un falegname di Newcastle di 59 anni, costretto a chiedere un sussidio statale. Il suo medico gli ha proibito di lavorare, ma a causa di incredibili incongruenze burocratiche si trova nell’assurda condizione di dover comunque cercare lavoro – pena una severa sanzione – mentre aspetta che venga approvata la sua richiesta di indennità per malattia. A dargli sostegno sarà l’amicizia con Kathie, giovane madre single di due figli piccoli che non riesce a trovare lavoro.