De Gasperi nel pensiero di ieri e oggi 

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Il 19 agosto 1954, nella sua modesta casetta di montagna a Selva di Valsugana, moriva Alcide De Gasperi. La ricorrenza è stata celebrata a Pieve Tesino, paese natale del grande statista trentino, con una riflessione significativa sul tema “De Gasperi e Adenauer, Italia e Germania: ieri, oggi?” Due autorevoli relatori – Enrico Letta, direttore della Scuola di affari internazionali di Parigi e lo storico Christoph Comelisson, direttore dell’Istituto Storico Italo-Germanico – sono intervenuti sul rapporto fra De Gasperi e Adenauer, cancelliere tedesco dal 1949 al 1963.

L’importante incontro è stato anche l’occasione per annunciare l’inizio del percorso editoriale della Edizione italiana dell’epistolario degasperiano, curato dal prof. Giuseppe Tognon, Presidente della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi. Probabilmente i mezzi di comunicazione – complessivamente intesi -non hanno dato la rilevanza dovuta all’evento, soprattutto alle connesse proiezioni politiche attuali che il nucleo tematico della riflessione ha sviluppato in ordine all’interrogativo del sostanziale tradimento dell’Europa attuale di De Gasperi e Adenauer.

La stessa idea universalistica della democrazia e dell’Europa – basata sui comuni sforzi da compiere – dei due grandi statisti, per superare lo storico ed ancora riecheggiante asse franco-tedesco e l’approdo ad una visione comunitaria tra mondo latino e mondo germanico si è rivelata una grande, ma disattesa intuizione politica.

L’attuale mancanza di una visione europea, sostenuta con determinazione dagli stessi Stati membri, in ordine ai grandi temi collegati alla perdurante globalizzazione selvaggia, mostra chiaramente un seria crisi della coscienza storica dell’Europa.

L’esigenza di passare dall’attuale dissoluzione dei valori fondanti della comunità europea alla ricostruzione di precisi percorsi progettuali, comporta una radicale inversione di rotta. A tal proposito è necessario superare il vuoto di una memoria banalmente e ripetutamente invocata per imboccare la via del fecondo recupero di una memoria “attiva, discriminante, interrogante, meditante” come sollecitava il grande pensatore francese Paul Ricoeur.

La prospettiva di costruire un futuro per l’Europa comporta inevitabilmente uno sforzo comune e straordinario volto al superamento degli egoismi nazionali e all’abbandono delle facili vie della demagogia, come quelle recentemente percorse da Emmanuel Macron con l’affermazione che “ la sua fortuna è stata quella di incontrare Paul Ricoeur”. E i comportamenti politici coerenti che fine hanno fatto? Lo stesso Macron è destinatario diretto di questa domanda in ordine al non rispetto degli accordi commerciali già precedentemente sottoscritti con l’Italia.

La grande lezione politica, italiana ed europea, di De Gasperi è profondamente attuale non solo a livello europeo ma per tutti i livelli di responsabilità istituzionale, soprattutto in ordine agli sforzi che le nuove generazioni dovranno necessariamente compiere, superando le deleterie angosce e i falsi miti postmoderni. Il segreto degasperiano è stato ed è la paziente coltivazione del progetto di promuovere costantemente la speranza di legare i destini personali con quelli collettivi in un orizzonte di futuro comune.

di Gerardo Salvatore edito dal Quotidiano del Sud