E pensare che solo quasi tre mesi fa si era trionfalmente insediato a palazzo S.Lucia al termine di una vittoriosa cavalcata grazie al piglio decisionista mostrato nel corso della prima ondata del covid. Da settimane, però, sotto il fuoco incrociato di inesorabili servizi Tv e delle tante drammatiche vicende verificatesi, lo sceriffo sembra aver perso grinta. Denuncia inesistenti complotti politico-mediatici ai danni della Campania. Guerreggia contro tutto il mondo. Il governo. Il sindaco di Napoli. Gli anestesisti campani. Perfino una povera bambina, desiderosa di tornare a scuola. E ora, in una sorta di solitario delirio politico, cerca di vendere la leggenda del nobile sceriffo che sul suo cavallo bianco combatte contro tutti, rei di essere incapaci o complottisti. Però sul suo volto da vecchio attore politico sempre accigliato, il cerone comincia ormai a sciogliersi.
Eppure i suoi modi spicci, la sua indubbia abilità oratoria, il suo linguaggio popolaresco anche un po’ volgare ma comunque estremamente colorito e pittoresco ne hanno fatto una vedette nazionale, con molte delle sue performance televisive – senza contraddittorio – adottate da Crozza come base per le sue imitazioni di maggior successo. E pazienza se gli è abituale irridere pesantemente – o addirittura offendere – non solo gli avversari politici ma anche chiunque osi solo confutare le sue affermazioni. O, peggio ancora, mettere in dubbio l’efficienza della sua azione! Mentre sui colleghi politici riversa come un fiume inarrestabile l’onda del suo sarcasmo, quando si tratta di un giornalista che cerca di fare il suo lavoro informativo, vira verso i toni più rabbiosi. Così tuoni e fulmini si abbattono sul malcapitato con violenza dialettica inaudita e senza alcuna possibilità di appello! Per molto tempo è andata avanti così. Parole indecenti. Atteggiamenti anti-democratici. Accentramento del potere regionale nelle mani di uno solo (vecchio ma imperdonabile vizietto italico). Soprattutto incapacità di dialogare con gli altri livelli istituzionali, come ha dimostrato la sceneggiata senza fine tra lui e De Magistris. Andrebbe inoltre ricordato che De Luca, dalla fine del 2016 per diversi anni è stato anche Commissario governativo alla sanità. Quindi, nei fatti, dominus del settore e controllore di se stesso. Perciò pienamente responsabile (come il suo predecessore Caldoro) della triste stagione dei tagli selvaggi di ospedali, strutture e posti- letto. Sembrava che fosse riuscito a far dimenticare i pazienti curati sul pavimento all’ospedale di Nola. Le formiche tra i degenti al S.Paolo di Fuorigrotta. I controlli regionali insoddisfacenti sui cartellini del personale al Loreto Mare. La truffa per prestazioni mai effettuate da parte dei responsabili di alcuni centri di diagnostica. Infine, la nomina di manager di ospedali e delle Asl dal curriculum prevalentemente politico. Poi, numerose inchieste Tv ci hanno messo il carico da undici, facendo crollare il roseo paravento di cartone della Campania felix deluchiana. I caroselli di auto in fila davanti agli ospedali per un tampone. Il gioco delle tre carte tra posti di terapia intensiva ‘attivi’ e ‘attivabili’ del reparto del “Ruggi” di Salerno inaugurato in pompa magna. Le discrepanze sui dati sanitari. L’arrivo degli ispettori ministeriali. I dubbi sugli stanziamenti sollevati dalla trasmissione “Non è l’Arena” de “La 7”. Le promesse non mantenute sui posti di terapia intensiva. Il basso numero di medici, infermieri e assistenti sanitari assunti, nonostante l’emergenza. Il silenzio-stampa con i giornalisti imposto ai dipendenti ospedalieri, che la dice lunga sul clima all’interno della sanità campana. Infine, la ciliegina dell’ex Segretario particolare Mastursi. Con scarsa coerenza allontanato quando era indagato e ora – che è stato condannato in primo grado a un anno e sei mesi per induzione indebita– inopportunamente ripescato nello staff presidenziale! Insomma, è come se il castello di carte abilmente costruito nel tempo dallo sceriffo abbia cominciato progressivamente ma inesorabilmente a sgretolarsi, mostrando tutta la sua inconsistenza. E lasciando De Luca alle prese con i suoi sempre più improbabili soliloqui!
di Erio Matteo