Dissetar-si, l’acqua come bene comune al Premio Sele d’oro di Oliveto Citra

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Dall’imprenditore Oscar Farinetti al fisico Vincenzo Schettini. Sono alcuni degli ospiti del Premio Sele d’Oro 2023, partito il 31 agosto per proseguire fino al 10 settembre a Oliveto Citra. Un premio che celebra il quarantennale. Due i momenti musicali: l’8 con RaizLucariello Merolla, e il 10, nella serata di chiusura, con gli artisti Gaudiano e Noemi.

 “Dissetar-si”: è questo il tema al centro della manifestazione, organizzata dal Comune di Oliveto Citra e dall’Ente Premio Sele d’Oro Odv, con il sostegno della Regione Campania e il patrocinio del Senato della Repubblica. A confrontarsi sul tema l’imprenditore Oscar Farinetti, il presidente dell’Università Luiss Guido Carli Vincenzo Boccia, il fondatore e direttore di Giffoni Film Festival Claudio Gubitosi, il docente di fisica e influencer Vincenzo Schettini, l’attore Mariano Rigillo, gli artisti Lucariello, Ciccio Merolla, Raiz e, nella serata finale, Gaudiano e Noemi.

Ideato e fondato negli anni della ricostruzione seguita al terremoto dell’Irpinia del 1980, il Premio Sele d’Oro Mezzogiorno ogni anno propone un argomento su cui interrogarsi e riflettere. L’attenzione, per l’edizione che precede i quarant’anni della manifestazione, è caduta sul tema dell’acqua: «“Dissetar-si”, sia nella forma attiva che riflessiva, è il tema intorno al quale abbiamo deciso di far ruotare l’edizione 2023 del Premio – spiega il sindaco di Oliveto Citra, Mino Pignata – Con questa doppia formula vogliamo evocare il diritto al bene comune e, al tempo stesso, affermare la capacità di mettersi al servizio e in soccorso dell’altro. Soprattutto, nell’edizione che ci condurrà senza soluzione di continuità ai 40 anni del Premio, torniamo all’elemento stesso che lo caratterizza sin dal suo esordio: l’acqua. L’intento – continua Pignata – è porre l’accento sulla centralità del tema: l’acqua è necessaria per la sopravvivenza dell’uomo e per la vita stessa del pianeta Terra. Da sempre le civiltà, per svilupparsi, hanno avuto bisogno della presenza di acqua. Il suo scorrere è oggi vitale come fu lo scorrere del fiume Sele, anche metaforicamente, negli anni della ricostruzione post sismica. Infine, l’acqua è anche mito e metafora. La sua assenza può simboleggiare i deserti della mente, l’inaridimento del pensiero, la crisi stessa dell’Umano».