Donne e politica, cammino ancora lungo

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Ieri il dibattito tra le amministratrici in Provincia

 

«Se vuoi che in politica qualcosa venga detto, chiedilo ad un uomo. Se vuoi che qualcosa venga fatto, chiedilo ad una donna».  Questa provocatoria affermazione della lady di ferro, Margaret  Thatcher,  racchiude la vivace riflessione sulla donna e sulle politiche di genere, che si è tenuto, ieri mattina, nella sala “Grasso” della Provincia di Avellino.  “Le donne amministratrici e l’impegno per le comunità”, questo l’emblematico titolo del convegno, fortemente voluto dalla nuova Consigliera di Parità della Provincia di Avellino, Antonietta De Angelis. L’incontro ha visto  la partecipazione di molte sindache irpine, e di gran parte delle amministratrici della provincia. Un dibattito per ricordare e ribadire, dunque, l’importanza della presenza femminile nella società e il contributo positivo e concreto che le donne danno,  ogni giorno,  con la loro partecipazione ai processi decisionali nella vita politica e pubblica. Oltre alla Consigliera di Parità, hanno preso parte al dibattito, il vicesindaco di Avellino, Maria Elena Iaverone, il sindaco di Montefalcione, Maria Antonietta Belli, la fascia tricolore del comune di Sant’Angelo dei Lombardi, Rosanna Repole, l’assessore del comune di Montemiletto, Rosa Barletta, il vicesindaco di Teora, Rosetta Casciano, il primo cittadino di Villamaina,  Stefania Di Cicilia, e Donatella Martino, sindaco di Greci. Ha moderato l’incontro, la giornalista Titti Festa. «Ho avuto il privilegio di essere l’assistente di Mimma Lomazzo – ha affermato De Angelis – ma posso ribadire, come avvocato, che non tutto il “sommerso”, per quel che riguarda la violenza contro le donne, arriva nelle aule di tribunale. Tuttavia, stiamo lavorando molto nei centri anti violenza. Come consigliera per le pari opportunità, voglio focalizzare l’attenzione sulle situazioni di disparità, di mobbing. Ancora adesso la maggior parte delle donne non lavora, e spesso le donne che subiscono violenza, non sanno dove andare, a chi appoggiarsi. A volte, non hanno neppure la famiglia d’origine. Per questo motivo, nei nostri centri, creiamo anche percorsi per l’avviamento al lavoro. ». Il sindaco di Montefalcione ha sottolineato come le difficoltà incontrate provengano non tanto dall’essere donna, quanto dalle difficoltà economiche. «Dobbiamo raggiungere il cuore di questa situazione – ha ribadito – bisogna arginare le situazioni di disagio e la violenza perpetrata contro il genere femminile. Oggi la donna dirige aziende, fa cultura, si distingue nel sociale. Ma il cammino è ancora lungo». «Neppure io ho incontrato grandi difficoltà nell’essere donna, ma ho riscontrato difficoltà nel quotidiano  – ha affermato Repole – è molto più difficile svolgere il mio ruolo di amministratrice oggi, rispetto agli anni ottanta. I problemi aumentano, e le risorse sono esigue. Abbiamo meno servizi sociali rispetto a ieri. Per quanto riguarda i centri anti violenza, come amministratrici, dobbiamo fare in modo che i progetti non si interrompano. Il problema più angosciante, è quello della mancanza di lavoro. Molte famiglie sono a reddito zero. Le nostre comunità sono a rischio desertificazione. Abbiamo comunità vecchie, i giovani emigrano, anche le giovani donne vanno via. Ma il futuro sarà sempre di più nelle mani delle donne. Come sottolinea il titolo del libro di Aldo Cazzullo “le donne erediteranno la terra”.». Articolato anche l’intervento del vicesindaco di Teora, che ha posto in rilievo le battaglie fatte per gli interventi di genere. «Mi piace l’Osservatorio regionale sulle donne – ha affermato – ma penso che bisognerebbe che ogni provincia ne avesse uno. Noi donne dobbiamo essere presenti ai tavoli di concertazione. Dobbiamo potenziare i servizi. Ieri è stato firmato un protocollo d’intesa che ci porta lontano. I piccoli paesi non saranno costretti a morire. Solo con una reale sinergia tra i sindaci potremo andare lontano, e realizzare un vero sviluppo» . Sono tante le politiche da adottare per realizzare una effettiva parità di genere, come quella di creare ambienti di lavoro con una quota maggiore di donne in posizioni manageriali e un’organizzazione più “family friendly”, ossia con orari flessibili e in grado di creare un giusto equilibrio tra  vita e lavoro.  «Alcune donne – ha posto in rilievo Mele – non riescono a conciliare il lavoro con gli impegni familiari. Questo è un problema non irrilevante. Non esiste una parità effettiva, se consideriamo che sussiste l’obbligo delle quote rosa anche nei consigli comunali. E’ fondamentale una rete a livello locale, provinciale, regionale per attivare misure anti violenza. Abbiamo attivato anche un dialogo con le scuole, perché è importante che si parli della violenza sulle donne anche in questi ambiti.». Come ha precisato Anna Carbone , assessore al Personale al Comune di Avellino:  «Anche la condizione della donna che lavora è problematica, abbiamo approntato il piano triennale di azioni positive, che mirano ad intervenire su ogni forma di discriminazione femminile. Miriamo ad una politica che realizzi le pari opportunità tra uomini e donne. Voglio solo ricordare che, su 7 dirigenti, solo 2 sono donne. Come amministrazione, stiamo anche sperimentando nuove forme di lavoro flessibile. ».