Donne, servono nuove politiche per il lavoro

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Riceviamo e pubblichiamo, in occasione della Giornata Internazionale della donna, la riflessione di Costantina Della Sala, presidente del Cif di Aiello, Lucia Maretta, presidente Cif di Aiello e Davide Gaeta, esperto di marketing digitale
Il lungo e sempre più battuto percorso verso una completa realizzazione della parità di genere, almeno stando alle promettenti dinamiche pre-lockdown, sembra aver subito diverse scosse. Prima tra tutte, il forte sbilanciamento creato nel mondo del lavoro che a sua volta ha generato un effetto domino facendo risalire il tasso di disoccupazione femminile.
Secondo un’indagine IPSOS per WeWorld (organizzazione italiana che da 50 anni difende i diritti di donne e bambini in 29 Paesi del Mondo), le figure più esposte durante l’emergenza pandemica sono state in effetti le donne, nel 60% dei casi le uniche a sorreggere il carico familiare. Tra di esse, le più sofferenti rientrano nella fascia di età compresa tra i 31 e i 50 anni, ed tra cui ben “il 71% dichiara di fare tutto da sola”.
Alcuni dei dati analizzati non fanno che evidenziare lo scarso utilizzo di misure risolutive da parte delle Istituzioni, soprattutto quelle di natura protettiva nei confronti dei diritti e dei bisogni delle donne in primis, della famiglia in modo più generalizzato. Se poi guardiamo da vicino il problema degli asili nido e dei servizi per l’infanzia, sempre in numero deficitario, risulta che la percentuale di copertura fino a 2 anni era del 25,5% a fronte di poco più di 180,000 bambini iscritti nel 2018, tristemente inferiore al tetto del 33% fissato dalla UE. Era dell’11,8% con iscrizioni pari a 201,000 nel 2011.
Per quanto concerne gli asili nido, è interessante rilevare come la spesa dei comuni può essere abbattuta di quasi il 50% nei casi in cui la gestione della struttura viene appaltata a soggetti privati. L’impatto sul bilancio familiare in un anno, invece, ha visto un incremento per singola famiglia di circa 35% tra il 2015 (1.570 euro) e il 2019 (2.208 euro).
Infine, sempre secondo la ricerca IPSOS, la pandemia ha prodotto un netto peggioramento della condizione economica per 1 donna su 2, in un arco temporale di 12 mesi. Statistiche che ci pongono di nuovo dinanzi ad una realtà, a volte cinica, e che dovrebbero innescare nuove politiche di parità e per l’occupazione femminile, non fatte di soli proclami da parte delle Istituzioni.