Dove è finito il cattolicesimo sociale?

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Il 19 febbraio 2019, nella sala “Penta” della biblioteca provinciale di Avellino di Avellino, venne presentato il libro-documento di Gennaro Bellizzi e Gianni Festa che raccoglieva le testimonianze di alcuni dei protagonisti della comunita’ di San Ciro. Fu un modo significativo per riproporre la figura di don Michele Grella parroco di San Ciro, a dieci anni dalla morte. Il convegno, moderato dallo scrivente, vide la partecipazione del vescovo di Ariano Irpino don Sergio Melillo, del missionario don Franco Ausania, Ciriaco De Mita, don Luciano Gubitosa e gli stessi autori. Fu quella l’occasione per conoscere ancora meglio la straordinaria interiorità cristiana e sociale di Gennaro Bellizzi. Non oso dilungarmi sui tanti momenti significativi del suo itinerario di autentico testimone del cattolicesimo sociale irpino, lo hanno gia’ fatto alcuni dei suoi autorevoli e capaci amici. Credo , pero’, che possiamo ancora ricordarlo, nel clima dell’unanime cordoglio non ancora spento, ponendoci una domanda: cattolicesimo sociale dove sei finito? E’ una domanda sofferta che ci poniamo con la consapevolezza che attualmente ci muoviamo in un quadro di appartenenze indebolite ed opache, di frammentazioni , di derive qualunquistiche e demagogiche che che cercano conforto nella squallida personalizzazione dell’agire politico. Attualmente, a poco piu’ di una settimana dalle conclusioni culturali e progettuali della 29esima settimana sociale di Taranto, quale cammino possibile dobbiamo scegliere, sulle orme esemplari dell’impegno di Gennaro Bellizzi? Sara’ un cammino difficile, lo sanno bene i suoi tanti bravi e autorevoli amici .Credo , pero’, che dobbiamo partire da una sua consapevolezza di fondo: in forza del battesimo, ogni cristiano è chiamato( è “obbligato”) ad occuparsi della citta’ terrena nel tempo in cui vive e nel proprio spazio relazionale (famiglia, lavoro, parrocchia, volontariato e, perché no, agone politico). Quello delineato è un cammino che parte dall’esigenza di tematizzare un problema autenticamente politico: la scomparsa della rappresentanza politica del cattolicesimo sociale all’interno dei vari livelli istituzionali. Parallelamente dobbiamo anche recuperare un’altra consapevolezza : attualmente i cattolici italiani sono impegnati anima e corpo nel “sociale” dove riconoscono Cristo in chi ha fame e sete, è nudo, ammalato, carcerato, straniero. Perchè, allora, gli stessi cristiani non amino dello stesso amore anche l’impegno più precisamente ”politico” oltre i confini del sociale? Approfondire questa tematica e offrire un servizio di formazione sociale e politica costituisce il perimetro operativo indispensabile di uno sforzo che interpella laici cristiani e presbiteri per sconfiggere l’attuale insignificanza.

di Gerardo Salvatore