E’ l’ora dei moderati?

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Diversi fatti dimostrano  che il Paese sente il bisogno di serenità e di equilibrio. Gli altissimi livelli di consenso agli sforzi del Capo dello Stato per tenerne insieme i pezzi. Lo stesso apprezzamento per la figura di Conte è indicativo di una voglia di moderazione fino a poco tempo insospettabile! Il naufragio  del governo  Lega- M5S è stato un chiaro indicatore di come la convivenza fra forze molto diverse e la concorrenza esasperata non portino da nessuna parte. Infatti, dopo il passaggio di Salvini all’opposizione, anche la stessa questione-immigrazione sembra essere stata ricondotta alle sue giuste dimensioni di problema da risolvere, ma senza alcuna connotazione di emergenza.  Ora l’andazzo di un tempo sembra continuare solo per la pretesa grillina di concepire il Pd, alleato di governo, come  un “servente”, cioè esclusivamente un facilitatore per la realizzazione del programma pentastellato. E non invece come un partner alla pari, con proprie idee e posizioni! E questo al netto dello sciocchezzaio autarchico e sovranista, buono per gente che ci crede. Avvelenata dalla rabbia. E affascinata dall’eterno mito dell’uomo solo al comando: prima Berlusconi. Poi Renzi. Ora Salvini. Una idea che ha attraversato l’intera, cosiddetta seconda repubblica. Il sistema politico è stato così consegnato volta a volta nelle mani di un Dio sulla terra, immaginato come un risolutore. Oppure  alterato grazie alle compressioni maggioritarie di espedienti elettorali, che hanno costantemente falsato la pronuncia degli elettori. Le conseguenze dell’ultimo venticinquennio sono state solo estremismi di diverso calibro e colore. Contrasti feroci tra rappresentanti delle istituzioni. Componenti del governo in guerra permanente tra di loro. E pezzi di Stato visti come nemici! Può mai sorprendere che il risultato di tanta dissennatezza, del popolo italiano e delle sue classi dirigenti, siano la mancanza di una vera crescita del Paese (che latita ormai dagli anni ‘90) e la sfiducia generalizzata verso la politica? Di qui la sensazione dei moderati di essere ormai fuori luogo in un Paese di estremisti. Essi si sono  perciò rintanati nelle loro case e nei loro silenzi!

Da questo punto di vista, il segnale rappresentato dalla discesa in campo delle “sardine” appare stringente nella sua immediatezza. Tuttavia, al di là delle sue possibili strumentalizzazioni, evoluzioni o involuzioni, esso  rappresenta una sveglia per la parte più addormentata e timorosa del Paese. Una parte tuttavia sensibile alle ragioni profonde della nostra convivenza civile. E refrattaria alle distorsioni che hanno caratterizzato la vita pubblica italiana! Lo stato attuale è prodotto di gruppi dirigenti per la maggior parte privi delle necessarie competenze. E dal furore popolare, che ha travolto élite e casta. Le caste vanno combattute perchè rappresentano delle incrostazioni pericolose, ma le prime vanno rispettate nella loro funzione formatrice e orientatrice. Anche la rivoluzione culturale cinese di cinquanta anni fa aveva provato a combattere le élite. Negli ospedali, ad esempio, i medici furono sostituiti a furor di popolo da infermieri, privi però delle adeguate competenze. Quando molte persone cominciarono a morire, la dirigenza capì che non era possibile continuare senza rispettare istruzione  e competenze.  Perciò appaiono confortanti le forti richieste venute dalle sardine. Riaffermazione di un Paese accogliente e antirazzista. Ritorno ai  valori e ai principi della nostra Carta costituzionale, contro le manomissioni e i pieni poteri salviniani. Nell’Italia di oggi, questa manifestazione di volontà di partecipazione politica e di fiducia in valori condivisi è un bene prezioso su cui creare una nuova convivenza civile, ora turbata da troppi estremismi.  Non si può andare avanti con il rischio incombente che il leader di una forza estremista, anti-europeista  con venature razziste possa conquistare maggioranza parlamentare, governo e presidenza della Repubblica E trasformare il regime parlamentare in una autocrazia. Questa la vera posta in gioco nei prossimi mesi. I moderati, ora, sono in grado di farsi sentire. Saranno in grado di essere conseguenti le forze politiche democratiche?

di Erio Matteo