La linea dura adottata dal Governo con le misure di sicurezza dell’ultimo decreto presidenziale, che dettano norme severe per tutto il mese di dicembre e che blindano le feste di Natale e di Capodanno, sono state osteggiate, staavoltaa anche pubblicamente, da quasi tutti i Presidenti delle Regioni e da esponenti della stessa maggioranza. Al solito Renzi si sono aggiunti, stavolta, anche molti renziani che stanno ancora nel PD con il testa il capogruppo al Senato Marcucci. Ai soliti Presidenti leghisti e dell’opposizione (Fontana. Zaia, Fedriga, Toti, Spirli) si è aggiunto stavolta anche Bonaccini dm, presidente della regione Emilia Romagna che ha protestato perché “I limiti sono stati decisi senza consultarci” senza contare il solito De Luca che se la prende – sempre con toni sfottenti e saccenti – con il Governo, facendo finta di ignorare che la Sanità campana è tra le peggiori d’Italia.
Quello del potere delle Regioni è un problema che dovrà mettersi all’ordine del giorno, specie una volta superata l’emergenza pandemia.
Se nel governo è prevalsa la linea dura di Conte e di Speranza è perché i contagi, pur essendo diminuiti (l’indice Tr sotto l’unità) restano ancora alti e soprattutto i morti, 993 in un solo giorno, non accennano a diminuire. Se si fosse abbassata la guardia, soprattutto in questo periodo di festività, in cui ci si ritrova per gli auguri, i cenoni, le vacanze sulla neve, a detta di tutti i virologi ed esperti ci sarebbe stata una terza ondata che avrebbe reso vani i sacrifici fatti finora. Le misure sono drastiche: stop agli spostamenti tra un comune e l’altro e tra una regione all’altra, niente vacanze sulla neve, chiusi bar e ristoranti, cinema dopo le sei di sera, coprifuoco dalle ventidue. Ma si poteva fare diversamente dopo l’esperienza dell’estate?
Si accusa Conte di aver accentrato su di sé ogni decisione, non solo sulla gestione del Coronavirus ma anche sull’utilizzo dei fondi del Recovery fund che ai partiti proprio non va giù e mal sopportano a che a decidere sia il Presidente del consiglio sulla scorta dei pareri e suggerimenti dei Comitati di esperti dai quali si è contornato, Lo si accusa di aver esautorato il Parlamento e soprattutto i partiti dalle decisioni e dai tavoli spartitori che sono stati una costante dei governi precedenti. Il vero motivo che Conte non sta bene ai poteri forti, ai partiti politici e a larghissima parte dei giornali che fanno loro da portavoce è che l’attuale Presidente non è espressione di alcun partito politico né risponde al M5S che lo ha indicato e manifesta la sua autonomia in maniera evidente e convincente. Motivi per i quali, pur osteggiato e contrastato da opposizioni irresponsabili e all’interno della stessa maggioranza da un Renzi che crede ancora di essere uno statista e perfino dal Partito democratico che vuole la verifica dell’agenda di Governo, è ancora ben visto dalla maggioranza degli Italiani come dimostrano tutti i sondaggi, anche se con qualche leggera flessione. Si tira in ballo Berlusconi che sta al gioco quando si tratta di fare i propri interessi e quelli di Mediaset ma che resta infinitamente inaffidabile come sempre. Addirittura si ha la sfacciataggine di proporlo, lui pregiudicato e condannato, con sentenza passata in giudicato, per frode contro lo Stato, espulso dal Parlamento per la legge Severino, sfuggito a vari processi per leggi ad personam e prescrizioni e tuttora imputato in processi in corso dai quali continua a fuggire.
Quando questa epidemia, con l’arrivo del vaccino, avrà termine, oltre a fare una nuova decente legge elettorale e un piano serio di rilancio dell’economia bisognerà rimettere in discussione la famigerata riforma del titolo quinto della Costituzione incautamente fatta dal centrosinistra., ripristinando le funzioni amministrative dell’art. 117 del testo dei padri fondatori, abolendo la legislazione concorrente, sconsideratamente attribuita alle Regioni e fonte di un infinito contenzioso, anzi togliendo loro ogni possibilità legislativa e di autonomia di entrate e di spesa.. Quello che abbiamo visto sulla sanità giustifica ampiamente la necessità di un sacrosanto ripristino della volontà dei Padri fondatori.
di Nino Lanzetta