“È una questione provinciale, non solo della Valle Ufita”, gli operai riprendono la battaglia per il futuro della IIA

Presenti i rappresentanti politici del territorio, la deputazione irpina, consiglieri comunali, sindaci della valle, consiglieri provinciali e regionali eletti in Irpinia. Un incontro organizzato dalle sigle sindacali per rendere partecipe, l'opinione pubblica e, soprattutto, la politica, del momento che la fabbrica degli autobus sta attraversando

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Sit in davanti ai cancelli dello stabilimento.  Così è cominciato lo sciopero di questa mattina, alle 10, delle tute blu di Industria Italiana Autobus. Proseguito, poi, con una manifestazione che, partita dal fondovalle dell’Ufita, li ha portati fino alla Dogana Aragonese di Flumeri dove hanno incontrato le istituzioni.

Presenti i rappresentanti politici del territorio, la deputazione irpina, consiglieri comunali, sindaci della valle, consiglieri provinciali e regionali eletti in Irpinia. Un incontro organizzato dalle sigle sindacali per rendere partecipe, l’opinione pubblica e, soprattutto, la politica, del momento che la fabbrica degli autobus sta attraversando. Perché potremmo trovarci davanti all’ultima fermata. Nonostante gli operai che, insieme ai sindacati, non si danno ancora per vinti.

Anche al vescovo della diocesi di Ariano-Lacedonia, monsignor Sergio Melillo, è stato chiesto di partecipare a questa giornata di protesta. Invito accolto. E proprio don Sergio si è voluto schierare dalla parte delle tute blu. “Perché il lavoro è dignità” – ha detto-. Ancora una giornata, sei ore di sciopero ad ogni fine turno, per ribadire la necessità di un nuovo incontro al Mimit di Roma. Perché è tempo di “fare chiarezza”. La dismissione di Leonardo, che lascerà il suo posto all’interno del pacchetto azionario alla Seri Industrial, sembra un dato di fatto. E anche se dalle stanze romane non trapela niente, Industria Italiana Autobus si incammina verso una gestione privata.

Gli operai dell’IIA che insieme a quelli della ex Bredamenarini di Bologna sono preoccupati, e allarmati, dalle notizie che circolano. Leonardo, uno dei due soci pubblici insieme a Invitalia e Karsan, sta preparando l’uscita dal pacchetto azionario di maggioranza della fabbrica. Cosa che ha in mente di fare anche Invitalia. L’intesa sarebbe stata raggiunta con la Seri Industrial, dei fratelli casertani Civitillo. È proprio questo che vorrebbero evitare operai e sindacati. Già in altre occasioni, infatti, hanno ricordato “l’inaffidabilità” di quella azienda che, in Irpinia, non ha lasciato un buon ricordo: due fallimenti, a Pianodardine con la Ics e a Nusco con Fib Sud.

“Le istituzioni hanno il dovere di dirci come stanno le cose e noi abbiamo il diritto di sapere” dice un operaio. C’è un progressivo disimpegno del governo – sottolinea Giuseppe Zaolino, segretario provinciale della Fismic-. E questo noi, l’Irpinia intera, non lo possiamo consentire”. C’erano anche Giuseppe Morsa, segretario provinciale della Fiom, e quello della Uilm, Gaetano Altieri. Presenti i segretari provinciali della Cgil, Franco Fiordellisi, Luigi Simeone della Uil e il segretario provinciale della Cisl Fernando Vecchione. Al centro del tavolo della presidenza, il vescovo di Ariano. Un piano industriale che “ancora non abbiamo visto” dicono i sindacati.

Quella di stamattina è stata, in pratica, la chiamata a raccolta in vista del presidio del prossimo martedì, 23 aprile, sotto le finestre del Mimit. Se non giunge la convocazione, infatti, saranno sindacati e operai a scioperare, quel giorno, per otto ore. Lo hanno indetto le segreterie nazionali di Fiom, Uilm, Uglm e Fismic. “E’ una vertenza che rimane in bilico -scrivono in un comunicato – e in una condizione di incertezza che non fanno altro che aumentare le preoccupazioni per tutti i lavoratori”.

Le tute blu di valle Ufita in questi anni sono state loro che hanno permesso all’IIA di non sprofondare con il contributo “determinante” delle organizzazioni sindacali. Insieme hanno trovato “di volta in volta le soluzioni alle diverse emergenze”. E, adesso, vogliono essere ascoltati dal Governo. “Ora basta”.

La fabbrica di valle Ufita “deve restare a controllo pubblico”. E se ci sarà proprio bisogno di un privato “dovrà avere requisiti di serietà, solidità ed essere in possesso di un piano industriale vero. Ed essere disposto al confronto con sindacati e lavoratori”. Quindi le sigle sindacali ribadiscono “l’importanza” del settore del trasporto pubblico in Italia. E aggiungono: “IIA deve essere messa alla pari con la concorrenza per essere in condizioni di poter competere”.

Il comunicato congiunto così continua così: “Abbiamo bisogno di serietà e trasparenza”. Una protesta civile, quella degli operai della Industria Italiana Autobus che, subito dopo l’uscita del primo turno, si sono radunati davanti ai cancelli dello stabilimento. Prima di cominciare una breve, ma per loro, lunga marcia verso la Dogana Aragonese. Striscioni dei sindacati, primi cittadini che li accompagnavano, fischietti assordanti per mantenere il ritmo della manifestazione. Una pattuglia di Carabinieri che sorvegliava senza intervenire. Arrivati a destinazione, li aspettava don Sergio Melillo, il vescovo di Ariano Irpino. Una manifestazione evidentemente riuscita. “Perché tutti insieme si possa fare -dice il segretario provinciale della Uilm, Gaetano Altieri – chiarezza, definitivamente, su questa vertenza molto delicata”. In assemblea è stata concordata la giornata di protesta per martedì prossimo, 23 aprile. “La questione IIA non appartiene solo a questa area geografica ma a tutta la provincia. Politica, sindacato e lavoratori dovranno essere un solo corpo per dare più forza alle proprie idee”.

Don Sergio ha voluto sottolineare la sua vicinanza in questo giorno di protesta, ricordando che egli stesso è “figlio di operai. Per questo conosco i sacrifici che state facendo -dice rivolto alle tute blu, che si affacciavano anche dalle finestre della Dogana Aragonese-. Non posso che portarvi la mia solidarietà. A voi e a tutti quelli che si stanno impegnando in questa vertenza”.

Non c’era il presidente della Provincia Rizieri Buonopane, che ha delegato la consigliera provinciale Laura Cervinaro. Marcantonio Spera, il sindaco di Grottaminarda, ha ribadito la necessità di fare fronte comune ed ha aperto così il suo intervento: “Stamattina sono ancora più orgoglioso perché potrò dire, un giorno, di aver marciato per protestare con il vescovo di Ariano Irpino”. Ed ha continuato:” Se necessario, organizzeremo anche presidi fissi, come era stato anche paventato, come una “tenda di rappresentanza davanti allo stabilimento”. Altri hanno chiesto che si facesse a Grottaminarda. “Non ci sottraiamo a questa ipotesi – dice Spera-. Se si dovrà fare percorreremo anche questa soluzione”. Presente anche la consigliera comunale della cittadina ufitana, Marisa Graziano.