Elezioni a rischio per il M5s

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Mancano due settimane alle elezioni amministrative (si vota l’11 giugno, ballottaggi il 25), e si consolida la previsione che l’appuntamento con le urne potrebbe se non sconvolgere il panorama politico, almeno rimettere in discussione certezze consolidate. Il turno elettorale riguarda poco più di mille Comuni di cui 25 capoluogo di provincia, quattro di Regione (Genova, La Spezia, Palermo, Catanzaro e L’Aquila) e città importanti come Padova, Parma, Verona, Taranto). In tutto, poco meno di dieci milioni di elettori. Il che non fa dell’appuntamento un test di valore nazionale perché si tratta di elezioni locali, ma dice ugualmente qualcosa sulle aspettative dei i partiti. La notizia di rilievo è che alla vigilia del voto le previsioni danno i Cinque Stelle in terza posizione nelle sfide più importanti e quindi fuori dai ballottaggi, anche se pur in grado di influenzare la scelta del primo cittadino. Succede a Genova, Parma, Palermo, che sono le città finora oggetto di sondaggi da parte delle principali agenzie specializzate. Naturalmente, anche in questo caso le percentuali vanno prese con le molle, ma sul piano politico il dato rilevante è che ovunque il pronostico di un insuccesso dei grillini è legato alla cattiva prova amministrativa già fornita o alla difficoltà sperimentata nella formazione delle liste. Il caso più eclatante è quello di Parma, che cinque anni fa fu il primo capoluogo di provincia (e per di più nel cuore dell’Emilia “rossa”) conquistato dai seguaci del comico genovese, ed oggi vede il portabandiera ufficiale del movimento accreditato di poco più del 4%. Il fatto è che Federico Pizzarotti, sindaco uscente, si è rivelato un ottimo amministratore, ma un seguace indisciplinato delle direttive impartite dai capi del movimento, tanto da esserne espulso. Totale, verrà rieletto con una sua lista civica, e alle sue spalle si piazzeranno i rappresentanti dei partiti storici, già a suo tempo azzerati dalla novità pentastellata. A Genova e a Palermo l’insuccesso annunciato dei grillini nasce da beghe locali molto poco commendevoli: in Liguria la più votata alle “comunarie” fatte in rete non era gradita al Capo e quindi è stata bruscamente messa da parte; nel capoluogo siciliano si è arrivati alla scelta del candidato a seguito di una faida interna tra parlamentari, alcuni dei quali implicati in una inchiesta per firme false, con tanto di audio al veleno pubblicati on line. Ultimamente è emersa anche l’ipotesi di un conflitto di interessi che metterebbe in cattiva luce il prescelto proprio sulla questione morale che è l’argomento principale della retorica grillina. Gli “incidenti” di percorso di Genova, Parma e Palermo fanno temere il ripetersi sul piano locale della catastrofe amministrativa di Roma, che è sotto gli occhi di tutti nonostante i tentativi del vertice, Di Maio in testa, di sminuirne la portata; e ciò contribuisce a raffreddare le simpatie elettorali almeno nelle competizioni comunali, nelle quali il giudizio dell’elettorato è fortemente influenzato dalla conoscenza diretta dei candidati, delle loro capacità e della loro correttezza. Insomma, se le previsioni infauste per i Cinque Stelle verranno confermate, il mito dell’invincibilità che li ha fin qui sostenuti verrebbe intaccato, con conseguenze imprevedibili, soprattutto nel caso di elezioni politiche anticipate, cioè a ridosso della sconfitta amministrativa. Insomma, la partita non è chiusa.
edito dal Quotidiano del Sud