Non si può, davvero, più vivere così. Ormai la condizione in cui si trova la provincia di Avellino, scrive il Comitato “Uniamoci per l’acqua”, è quella “di controllare on line una lista di condannati a morte (i paesi, cioè, in cui mancherà l’acqua, ndr.) aspettando di leggere il proprio nome”. Un vero e proprio “bollettino di guerra”. Ogni giorno, continua il Comitato, “è un’incognita”.
L’Alto Calore, ormai, “ci ha abituati a questi bollettini quotidiani, a questi comunicati che ci avvisano che, ancora una volta, resteremo senza un bene primario come l’acqua. Ma la domanda che sorge spontanea è: fino a quando dovremo sopportare questa situazione?”. E ricorda di aver presentato una mozione “a tutti i rappresentanti politici irpini chiedendo un fondo straordinario per la completa riqualificazione delle reti idriche”. Ci vogliono “azioni concrete, non solo promesse”. “Uniamoci per l’acqua”, perciò, ribadisce quello che è scritto nella loro mozione, “tubature moderne e efficienti che ci garantiscano un servizio idrico stabile e di qualità”.
Quello attuale “è un sistema che non funziona e ci sentiamo presi in ostaggio. Da reti idriche obsolete e da una gestione dell’emergenza che sembra più un tentativo di tamponare le perdite che una vera e propria volontà di risolvere il problema alla radice. E’ come vivere in una città fantasma, dove ogni rumore di gocciolamento ci fa tremare e dove ogni rubinetto aperto è una scommessa. E tutto questo mentre leggiamo di progetti presentati e di fondi stanziati che sembrano evaporare nel nulla”.
Nell’ultimo comunicato diffuso, il Comitato chiede ancora una volta “risposte chiare e concrete. Quando finirà questa situazione di emergenza permanente? Quali sono le soluzioni a lungo termine? E soprattutto, chi si prenderà la responsabilità di questa grave crisi che sta mettendo a dura prova la nostra quotidianità? Non ci arrenderemo finché non otterremo ciò che ci spetta: il diritto all’acqua, un bene primario e fondamentale”.