Corriere dell'Irpinia

Eredità da raccogliere 

Il tempo corre veloce. Toglie spazio alla riflessione. Nella società del tutto e subito la narrazione si disperde tra cose frivole, litigi politici, gossip estivi che, come la neve d’estate, scompaiono sotto il sole cocente. E’ tale la complessità che abbiamo davanti che il “non pensiero” diventa una modalità-rifugio nel quale inaridiscono desideri e speranze. E’ il senso della vita che si sfarina sotto l’incalzare della mediocrità, che diventa modello, della lotta per il potere, dentro le dinamiche perverse, ladre di vita. Poi d’improvviso ecco che le grandi storie di uomini e donne, testimoni di un nobile passato di grandi virtù, ci riconciliano con quel mondo al quale, in loro memoria dobbiamo continuare ad aspirare. In questo nostro luglio mentre le corsie delle autostrade sono prigioniere di auto che corrono verso il mare almeno tre avvenimenti ci hanno scosso, facendoci riscoprire un’umanità che sembrava dispersa. Penso alla scomparsa di tre personaggi che sono andati via in questo luglio che è diventato triste: Andrea Camilleri, Luciano De Crescenzo e, ieri, Francesco Borrelli. Tre meridionali che hanno contribuito, attraverso il loro impegno, a ricucire un Italia sempre più divisa, agendo soprattutto in quell’ambito culturale che ha come presupposto il desiderio della grande questione morale. Camilleri con il suo Montalbano ha ridato senso alla lotta alla mafia, con un linguaggio che ha messo insieme i colti e gli incolti, con l’obietti – vo di dimostrare che la mafia non è un potere invincibile. Luciano De Crescenzo, con il suo tagliente ma anche dolce umorismo ha insegnato agli italiani, divulgandone la semplicità discorsiva, che Napoli e il Mezzogiorno sono figli della grande cultura greca, troppo presto dimenticata. Infine Borrelli: il magistrato del “Resistere” che ha combattuto la corruzione con la primavera di Mani pulite. Tre storie di vita che, se raccolte come eredità di pensiero e di azione, rappresentano la premessa per una svolta tanto attesa. Per il bene comune.

di Gianni Festa

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