Il romanzo di Eugenio D’Aniello “L’Ultima malattia”

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‘ A tutte le donne e gli uomini che fanno esperienza di una malattia: perché la fiducia prenda il posto della paura!’ Questa la dedica che apre il romanzo di Eugenio D’Aniello, autore, medico specialistico in  oculistica, ed Ufficiale Medico dell’Esercito, che vive e lavora in provincia di Napoli, noto nel suo campo anche per l’intensa attività di consulenza e di informazione , dopo aver sperimentato di persona, a livello professionale e familiare, vicende di grande impatto a livello di salute, in seguito alle quali si è anche avvicinato a medicine “non convenzionali”, passa in rassegna le emozioni collegate a storie di malati e malattie, ma anche episodi di guarigione. Tali emozioni vengono raccontate anche per quanto riguarda i medici e i familiari che hanno assistito gli ammalati. L’esposizione è resa scorrevole e comprensibile a tutti, mediante il racconto di una serie di storie, come un “film a episodi”, con trame completamente diverse e con evoluzioni diverse: si va da storie di famiglie “normali” di un’Italia del Sud, a storie di famiglie di medici, ad episodi in Ospedali o strutture pubbliche del nostro sistema sanitario, a storie ambientate in territorio di guerra in Kosovo. Ne deriva un quadro emblematico di un certo modo di condurre la “sanità” italiana del XXI secolo, con il suo alto contributo tecnologico, con le sue contraddizioni ma, forse, con una insufficiente attenzione all’unità corpo – mente – spirito e alla sua influenza sullo stato di salute. L’autore risponde a diverse domande tra cui: ‘Che rapporto c’è tra emozioni e malattia? Perché ci si ammala e perché due ammalati, a parità di diagnosi, presentano un’evoluzione diametralmente opposta? Qual è il ruolo del medico nel rapporto con il paziente, e come questo può influenzare la malattia? Qual è il compito del medico nella medicina del futuro? Possono i nostri pensieri influenzare il nostro stato di salute?’ Questo e tante altro domande l’autore trova una risposta e soprattutto ama consigliare: ‘’ Se ti va di condividere un tratto di strada che ha fatto un tuo simile e , sottolineo, un tuo simile, ( benché il mondo abbia gli abbia dato le etichette di ‘medico’, o ‘oculista’, o ancora ‘ italiano’ o ‘ napoletano’) allora procedi pure e vai avanti! Cerca di leggere questo libro come si legge una fiaba, cerca di essere felice nonostante tutto ciò che ti capita, cerca di fare qualunque cosa mettendoci cuore,  mettendoci amore e, se con questo libro avrò suscitato in te queste emozioni, sarà il segno che insieme stiamo creando un mondo dove possiamo vivere meglio.’ Un consiglio soprattutto oggi, ai tempi del Covid prezioso e caro, un autore  che vuole attraverso la sua esperienza  non solo raccontare le storie ma parlare di emozioni e regalare un libro che aiuti a diventare insieme più forti delle malattie. Bellissimo l’augurio finale che l’autore dedica ai lettori: ‘Il mio sogno è rimanere disoccupato. Vorrei che nessuno avesse più bisogno di me come medico e che nessuno avesse bisogno di un medico. Vorrei che le nostre energie fossero unicamente rivolte a creare tutto ciò che il nostro cuore desidera, una data che sia resa famosa in tutto l’Universo per un evento importante, una semplice data: la data dell’ultima malattia!’