Farina di grilli: pronti in Italia ad accogliere prodotti a base di insetti?

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Di Francesca Finelli

Nelle ultime settimane siamo stati testimoni di una tematica alquanto particolare relativa alle ultime direttive imposte dalla commissione europea rispetto all’utilizzo di alimenti contenenti insetti. La vera novità relativa a questo argomento è che è stato approvato ufficialmente l’utilizzo di farine a base di insetti in tutti gli alimenti in commercio nel nostro paese. Dopo l’uscita di questa notizia l’opinione pubblica si sono allarmata temendo di poter trovare questo nuovo ingrediente, segnalato in etichetta, all’interno dei prodotti che comunemente si consumano tutti i giorni come per esempio nelle confezioni di pasta, dato il via libera da parte dell’Unione Europea ai prodotti che contengono non solo farina di grillo (Acheta domesticus), ma anche le larve del verme della farina minore (Alphitobius diaperinus), vendute surgelate, in pasta o essiccate. In realtà ci sono altri due insetti precedentemente autorizzati per l’utilizzo ai fini alimentari: larve gialle essiccate di Tenebrio molitor e Locusta migratoria congelata, essiccata e in polvere. Le caratteristiche della farina di grillo sono curiose anche dal punto di vista nutrizionale. Questo nuovo alimento viene prodotto utilizzando gli insetti essiccati, macinando proprio le larve dei grilli. La particolarità di questa farina e che si tratta di un’ottima fonte proteica in quanto composta da oltre il 65% di proteine. Le proteine delle quali è composta hanno un valore proteico molto elevato, inoltre questa farina è anche ricca di fibre, calcio, ferro, vitamina B 12, sodio e fosforo. Si ottiene con una tecnica di allevamento e produzione molto precisa, non dobbiamo pensare che si utilizzino i grilli selvatici, e il controllo è garantito. E non solo, la tecnica di produzione è stata valutata e validata dall’efsa, passaggio fondamentale per la messa in commercio dei novel food, ovvero tutti quei prodotti e sostanze alimentari privi di storia di consumo “significativo” in UE, e che, quindi, devono sottostare ad un’autorizzazione, per valutarne la loro sicurezza, prima della loro immissione in commercio. La farina prodotta a partire dai grilli è fatta seguendo sempre le medesime procedure e dal punto di vista sanitario è ineccepibile: non ci sono organismi patogeni, micotossine, metalli pesanti, idrocarburi. L’unico problema potrebbe essere rappresentato dalla chitina, proteina contenuta nel carapace dei grilli che, nelle persone allergiche, può dare manifestazioni che vanno dal semplice eritema cutaneo allo shock anafilattico, come vale per molti altri prodotti (arachidi o crostacei ad esempio). Un uso prolungato e frequente, anche per chi non è allergico, potrebbe portare a una sensibilizzare verso il prodotto. Ad ogni modo, i produttori industriali devono sempre segnalare cosa è contenuto negli alimenti, anche la farina di grillo. Una piccola curiosità è sicuramente relativa al gusto che potrà avere la pasta prodotta con la farina di grillo. La pasta di grillo ha un colore molto più scuro rispetto alla pasta tradizionale, simile a quella integrale, e come gusto si avvicina molto a quello della mandorla e della nocciola. L’intensità del gusto dipende da quanta farina di grillo si mette all’interno della ricetta con la quale viene preparata la pasta. Si tratta sicuramente di una novità che potrà non essere approvata da tutti i consumatori, e che sicuramente per i primi tempi incuriosirà solo i degustatori più audaci. In ogni caso per coloro che hanno assaggiato questo alimento i giudizi sono positivi, ha un gusto diverso ma sicuramente non sgradevole. Il vero scoglio in questo caso è proprio quello della percezione, mangiare insetti nel nostro paese è ancora considerata una pratica estrema.