AVELLINO – “San Michele Arcangelo è una celebrazione molto sentita, non solo dalla polizia, ma anche dai cittadini, vista la figura del santo. Io sono al servizio della città di Avellino e di tutta la provincia, a disposizione di ogni abitante di questo territorio”: con queste parole il questore di Avellino Pasquale Picone ha celebrato stamattina il santo patrono dei poliziotti. Le celebrazioni si sono tenute a partire dalle 11 presso la chiesa Cattedrale, in onore di San Michele Arcangelo che venne proclamato patrono della Polizia di Stato con la bolla papale di Pio XII, il 29 settembre 1949. La Santa Messa è stata officiata dal vescovo di Avellino Arturo Aiello, alla presenza delle massime autorità civili e militari della provincia di Avellino e accompagnata dalla Corale del Duomo diretta dal maestro Santaniello, con l’accompagnamento all’organo del maestro Maurizio Severino.
Tra i banchi della prima fila, tra le varie autorità civili presenti, c’erano la sindaca di Avellino Laura Nargi, il presidente del consiglio comunale Ugo Maggio, il presidente dell’ordine degli avvocati Fabio Benigni, il provveditore agli studi Fiorella Pagliuca, il prefetto di Avellino Rosanna Riflesso.
Il questore Picone si è poi soffermato su alcune delle principali attività che vedono impegnata la polizia in questi giorni, a partire dai preparativi per il G7 di Mirabella Eclano: “Dobbiamo lavorare tutti insieme con serenità. L’obiettivo è garantire il normale svolgimento delle attività quotidiane nonostante l’inevitabile complessità legata a un evento di portata internazionale. La gestione dell’ordine pubblico è stata pensata per mantenere l’equilibrio tra il normale andamento della vita quotidiana e l’organizzazione del grande evento”. E oltre al G7 c’è anche la gestione quotidiana della sicurezza nel resto dell’Irpinia, per esempio nel Vallo di Lauro: “Qui, come in Valle Caudina e nel resto della provincia i fenomeni di delinquenza vengono affrontati con la dovuta attenzione. La situazione non è più critica come negli anni passati, ma il rischio che certe dinamiche possano riesplodere è sempre presente. Per questo era e resta fondamentale il coordinamento con l’autorità giudiziaria”.