Festa, tra le accuse contestate anche quella del depistaggio

Alle contestazioni già rese note nelle scorse settimane, si aggiungono quelle di depistaggio e peculato. Utilizzato anche il reparto dell'unità cinofila

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Nelle prime ore della mattinata, i Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino, personale appartenente alla Sezione di Polizia giudiziaria di Questa Procura – Aliquota Guardia di Finanza, coadiuvati da unità cinofile del Comando Compagnia della Guardia di Finanza di Capodichino, nelle province di Avellino e Napoli, stanno dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Avellino, a carico del sindaco dimissionario di Avellino, G.F., dell’architetto F.S., già dirigente dei settori Lavori Pubblici e Attività Produttive dello stesso Ente, e dell’architetto F.G.. Contestualmente sono in corso perquisizioni presso banche e a carico di altri indagati, tra cui l’ex vicesindaco e assessore del Comune di Avellino, L.N..

Le indagini trovano la propria origine in più denunce ed esposti, poi oggetto di mirati approfondimenti investigativi, attraverso il ricorso sia a tecniche tradizionali di indagine che alle più evolute forme di captazione. Un’articolata attività investigativa, dunque, basata su intercettazioni telefoniche, telematiche e di conversazioni tra presenti – in uffici e a bordo di autovetture in uso agli indagati -, avviate nel settembre del 2023 dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino, e a cui è stato dato riscontro attraverso l’attivazione sistematica di servizi di osservazione, controllo e pedinamento, acquisizioni documentali di natura amministrativa, fiscale e bancaria e dall’analisi del contenuto di dispositivi informatici /telematici sequestrati in occasione delle perquisizioni svolte durante le indagini.

Il provvedimento restrittivo è stato adottato in relazione a numerose ed eterogenee ipotesi delittuose: dalla tentata induzione indebita (56-319 quater) alla corruzione per l’esercizio della funzione (art. 318 c.p.), dalla rivelazione di segreto d’ufficio aggravata (art. 326 c.p.) al falso in atto pubblico (476, 479 c.p.), dal peculato (art. 314 c.p.) sino al depistaggio (art. 375 c.p.).

La prima delle condotte delittuose sopra indicate, si inserisce nell’ambito delle numerose sollecitazioni, illecite, promosse dall’allora sindaco G.F. nei confronti di operatori economici – legati da rapporti contrattuali con l’Ente – perché promuovessero sponsorizzazioni a vantaggio di privati. Quanto precede abusando della sua qualità.

La vicenda corruttiva per la quale è stata adottata la misura cautelare riguarda invece le utilità economiche riconosciute, su richiesta del sindaco e sempre sotto forma di finanziamento al privato, dal titolare di un punto vendita di una nota catena del settore della ristorazione, pure lui indagato, in cambio di favori afferenti l’esercizio delle funzioni di primo cittadino.

Le contestazioni, in numero di due, in materia di rivelazione del segreto d’Ufficio, aggravate dal carattere della cd. patrimonialità, afferiscono a concorsi tenutisi presso il Comune di Avellino (“Concorso pubblico per esami per l’assunzione a tempo pieno e indeterminato di n. 10 Istruttori di vigilanza..” e “Concorso pubblico per esami per l’assunzione a tempo pieno e indeterminato di n. 3 funzionari tecnici cat. D1..”), nei quali gli indagati hanno curato in maniera certosina la divulgazione delle domande d’esame ai candidati da loro selezionati, ab origine, come vincitori della selezione.

Proprio in relazione al concorso per l’assunzione dei funzionari tecnici emerge la figura dell’indagato F.G., destinatario dell’odierno provvedimento cautelare, che in ragione dei rapporti privilegiati con il sindaco e con la dirigente F.S., pure lei destinataria di misura cautelare, riusciva a promuovere ed organizzare la condotta rivelatoria a vantaggio di una collaboratrice del suo studio professionale.

Quanto infine ai connessi episodi di peculato e depistaggio, riconosciuti dal Giudice nel provvedimento impositivo della misura cautelare, trattasi della singolare vicenda della materiale sottrazione da parte dell’allora sindaco G.F. del computer a lui destinato (e in uso) presso il suo Ufficio in comune. Tali condotte, chiaramente finalizzate ad ottenere un’utilità personale e a sviare le indagini, seguono di poche ore una vera e propria “bonifica” posta in essere presso i medesimi Uffici tramite personale specializzato, alla ricerca di microspie.

Le vicende e le condotte sopra indicate, oggetto del provvedimento cautelare, rappresentano soltanto una porzione di un complesso percorso investigativo afferente ai molteplici traffici delittuosi – che trovano origine ed occasione nella gestione privatistica della cosa pubblica all’interno del Comune di Avellino – caratterizzati dalla presenza di “agenti” infedeli – tra questi gli odierni cautelati – che hanno messo a disposizione le funzioni ricoperte a vantaggio di pochi.

Si tratta di vicende spesso connesse tra loro, con interessenze a più livelli, che vedono coinvolti tanto pubblici amministratori e funzionari, quanto imprenditori e professionisti, all’interno di un contesto associativo ancora in corso di investigazione.

Il provvedimento restrittivo, disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Avellino, su richiesta di questa Procura della Repubblica si è reso necessario – senza dunque attendere il termine di tutte le investigazioni in corso, afferenti a più “filoni” di indagine – in considerazione delle numerose fughe di notizie (oggetto di autonomi approfondimenti) e, da ultimo, della condotta di inquinamento probatorio/depistaggio posta in essere dall’allora primo cittadino della città di Avellino.

L’indagine in esame si inserisce nel contesto di una programmata azione di contrasto di questo Ufficio alle vicende criminali in materia di pubblica amministrazione.