Frode al fisco, sequestro da mezzo milione a un imprenditore

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I finanzieri del comando Provinciale di Avellino hanno completato l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari e contestuale esecuzione di decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, anche per equivalente, per un importo complessivo pari a 515.047 euro, emessi dal gip del tribunale di Avellino, nei confronti di A.R.. L’indagato è ritenuto gravemente indiziato di aver organizzato una frode fiscale, mediante l’emissione di fatture false, con occultamento delle scritture contabili e omessa presentazione delle dichiarazioni dei redditi. Le indagini hanno permesso di accertare un imponibile pari ad 3.291.894,31 con un’iva evasa pari ad 723.121,44 per un totale di 4.015.015,75 euro.

L’attività d’indagine, coordinata da questa Procura della Repubblica e svolta dalla compagnia della Guardia di Finanza di Avellino, traeva origine dalla verifica fiscale nei confronti di una delle imprese di cui l’indagato era il legale rappresentante.

Gli accertamenti di polizia giudiziaria hanno permesso di accertare che l’arrestato, nel periodo temporale oggetto di verifica fiscale, ha messo in piedi un articolato meccanismo di frode  “carosello”, tramite la costituzione di diverse imprese  “cartiere”, attraverso le quali consentiva ad altri soggetti la sistematica evasione dell’Iva e la conseguente dichiarazione di costi non deducibili ai fini reddituali.

In particolare l’indagato creava una pluralità di imprese che, nel periodo considerato, non avevano mai esercitato alcuna attività commerciale al solo scopo di fare da filtro nel meccanismo giuridico di applicazione dell’Iva e, così facendo, simulava per conto di imprese compiacenti, acquisti e cessioni di beni a rischio frode quali telefonini, prodotti elettronici e pedane in legno, utilizzando illegittimamente l’istituto del reverse charge, previsto dalle norme sull’Iva in tali casi, interponendosi fittiziamente tra il cliente finale ed il reale venditore della merce (fatturazione soggettivamente inesistente).

Inoltre l’indagato, sempre con la complicità di altre imprese, frodava il fisco anche mediante la diretta simulazione di prestazioni di servizi di pulizia in realtà mai svolte. Anche in questo caso sono state determinanti le imprese cartiere, create ad hoc, ed attraverso le quali emetteva una moltitudine di fatture per operazioni inesistenti consentendo così, alle compiacenti imprese terze, di evadere in modo rilevante e sistematico l’Iva sull’acquisto di servizi e la conseguente illecita riduzione dei redditi imponibili ai fini dell’imposizione diretta (fatturazione oggettivamente inesistente).

Al fine di eliminare le tracce e rendere difficile, se non impossibile, la ricostruzione della frode fiscale, l’indagato distruggeva, o comunque occultava, la documentazione contabile obbligatoria delle imprese cartiere a lui riconducibili e che avevano l’unico scopo di emettere fatture per operazioni oggettivamente o soggettivamente inesistenti.

Le articolate indagini nel loro insieme hanno consentito di accertare una frode fiscale all’Iva e si sono sviluppate sia attraverso accertamenti bancari sia mediante l’acquisizione di sommarie informazioni da persone in grado di riferire sui fatti. Non sono mancate anche attività di carattere internazionale, in quanto, nel corso delle indagini, emergeva che l’arrestato trasferita denaro, provento della frode fiscale, su propri conti correnti detenuti presso istituti bancari situati nello Stato di Malta. Ció ha reso necessario, in un primo momento, l’effettuazione di accertamenti patrimoniali all’estero, attivati mediante gli strumenti di coopemzione giudiziaria. Al termine delle operazioni, è stato sottoposto a sequestro: denaro contante per 13.800 euro rinvenuto nella disponibilità deII’indagato; quote societarie ed una ditta individuale per un valore complessivo  45.020 euro; Si è inoltre proceduto al sequestro probatorio di 3 telefoni cellulari e 2 pc in uso aII’indagato, documentazione contabile ed extracontabile riferibile ad una ditta individuale ed a  5 società, tutte riconducibili all’indagato.