“Furbetti dell’F24”, 19 fra persone e aziende coinvolte in Irpinia

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Sono in tutto 19, tra società e persone fisiche, in Irpinia coinvolte tra i quattrocento che avrebbero beneficiato di falsi crediti a compensazione per evadere il Fisco. Ancora nessuna denuncia, ma in arrivo nuove indagini.

Gli inquirenti li hanno ribattezzati i ‘Furbetti dell’F24’. Il nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari, Anna Laura Alfano, nei confronti di 16 soggetti che di quella ‘associazione’ di furbetti, avrebbero fatto parte. Quattro sono stati destinatari della misura degli arresti domiciliari, altri all’obbligo di dimora nel comune di residenza o all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria in quanto ritenuti responsabili di reati associativi finalizzati alla frode fiscale.

Una condotta fraudolenta emersa dalle indagini consiste nella presentazione di modelli F24 con cui venivano compensati ruoli della riscossione o debiti fiscali e contributivi con crediti tributari inesistenti. L’indagine è stata avviata nel dicembre 2016 a seguito di un controllo nei confronti di una società di Napoli che produce apparecchi elettromedicali, la cui amministratrice aveva dichiarato di essersi affidata ad un professionista di Aversa per risolvere le proprie pendenze fiscali. Le indagini conseguentemente disposte dalla procura, hanno quindi consentito alla guardia di finanza di ricostruire le presunte responsabilità dei professionisti e dei loro collaboratori che, avvalendosi anche dell’aiuto di un dipendente dell’Agenzia delle Entrate, ha consentito a oltre 500 contribuenti, circa 400 dei quali residenti in Campania (322 nel Napoletano, 48 nel Casertano, 19 nell’Avel – linese) di “azzerare” i propri debiti tributari utilizzando in compensazione crediti fiscali fittizi. In molti casi, allo scopo di fornire una parvenza di legittimità ai crediti inesistenti utilizzati in compensazione e di ostacolare i controlli, i consulenti presentavano dichiarazioni fiscali integrative, relative a periodi d’imposta risalenti nel tempo, indicandovi crediti tributari che i clienti non avevano maturato. Le compensazioni venivano poi effettuate attraverso modelli F24 che i consulenti presentavano direttamente in banca oppure attraverso i servizi di internet banking messi a disposizione dagli intermediari finanziari. Sfruttando il fatto che i modelli F24 presentati con le suddette modalità sfuggivano ad un controllo immediato dell’Amministrazione finanziaria (diversamente da quanto accade per i modelli F24 presentati tramite i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate), gli indagati erano soliti versare un solo centesimo di euro per ogni operazione fraudolenta. Le indagini hanno permesso di quantificare un’evasione fiscale di oltre 150 milioni di euro realizzata con l’invio di oltre 5.000 modelli F24 e un illecito profitto ottenuto dagli indagati di oltre 18 milioni di euro, oggetto di sequestro preventivo. La spesa, un centesimo alla volta, è stata complessivamente di 108 euro. Agli oltre 500 contribuenti che hanno beneficiato delle indebite compensazioni, indipendentemente dai profili di responsabilità penale, saranno notificati accertamenti finalizzati al recupero delle imposte evase.