Geolier, Manfredi (Pd): non c’entra Napoli ma incapacità di aprirsi al nuovo

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“Le polemiche sul verdetto finale del Festival di Sanremo nascono dalla fatica tipica di una parte della classe dirigente italiana di aprire le porte al nuovo. Non è un problema di provenienza geografica, anche perché non è Napoli la città in cui Geolier è più ascoltato. Quel misero 1,9% assegnato all’artista dalla sala stampa non è neanche una questione di intolleranza, ma segno evidente dell’incapacità di comprendere i cambiamenti che avvengono nel nostro Paese. Lo scrive sui social il consigliere regionale del Pd, Massimiliano Manfredi.

Quel video rubato in sala stampa – sottolinea Manfredi – dove si invita a non registrare più i voti dei campani, o a dolersi di non averli potuti azzerare, non è un esempio di razzismo, ma la testimonianza che gli editori di quei colleghi giornalisti hanno investito le proprie risorse su persone che non sono affatto in grado di raccontare quello che succede nel Paese, ma che si limitano a osservare esclusivamente il tutto attraverso lo specchietto retrovisore e non con le lenti del futuroNapoli è la culla della cultura e questo affonda le radici in tempi remotissimi, ma è anche la capitale dell’innovazione, delle novità e delle sperimentazioni in campo musicale. Geolier, da questo punto di vista, ha offerto un ulteriore balzo in avanti a cui forse non tutti eravamo pronti.


Da forte oppositore dell’autonomia differenziata – conclude Manfredi – mi viene facile un paragone politico: questo divario che vogliono solcare a tutti i costi tra il Nord e il Sud del Paese è assurdo e deleterio per la nazione tutta, esattamente come è assurdo e deleterio 
voler mettere l’uno contro l’altro due artisti, sebbene entrambi provenienti dalla stessa terra. Il senso di appartenenza a una stessa nazione, così come l’appartenenza alla musica, non deve dividere, ma unire. Se avessimo tutti la saggezza dei piccoli, questo Paese sarebbe sicuramente un posto migliore“.