Giornata dell’ambiente, una riflessione a cui siamo chiamati tutti

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Oggi si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente e ognuno di noi è chiamato a riflettere, sulla casa che abitiamo di cui siamo parte, sull’equilibrio dinamico della biosfera, sul futuro della nostra specie e la possibilità di continuare ad averlo. L’Homo sapiens con le sue attività sta inquinando l’ambiente in maniera inaccettabile per la salute di molte specie viventi. Nel 2015 Papa Francesco ha pubblicato l’enciclica LAUDATO SI’; nella parte finale: prima delle due preghiere conclusive, Preghiera per la nostra Terra e Preghiera cristiana per il creato, al numero 246: sostiene di aver compiuto una «riflessione insieme gioiosa e drammatica». Gioiosa, perché è sostenuta dalla speranza di credere alla missione cristiana dell’umanità seppure i presupposti siano drammatici, e auspica un cambiamento clamoroso della società. Auspica un’economia circolare, parla di lotta alla corruzione, di bellezza, la stessa bellezza che canta san Francesco. Ma Papa Francesco mette pure in guardia. Al n. 55 scrive: « … per fare un semplice esempio, con il crescente aumento dell’uso e dell’intensità dei condizionatori d’aria: i mercati, cercando un profitto immediato, stimolano ancor più la domanda. Se qualcuno osservasse dall’esterno la società planetaria, si stupirebbe di fronte a un simile comportamento che a volte sembra suicida.»

Facciamo sempre l’errore di pensarci diversi dal mondo attorno a noi, pensiamo di guardarlo dal di fuori e che dobbiamo soltanto sfruttarlo. Ci dimentichiamo che siamo come le altre cose.  Le altre cose sono nostre sorelle. Ecco il cambiamento ‘clamoroso’ che dobbiamo fare è di pensarci parte dell’ambiente e non di guardarlo come se fossimo dal di fuori di esso e ne contribuisce a formarlo. Questo i giovani lo hanno capito: sono parte dell’ambiente in cui vivono. Come una goccia è parte dell’oceano. È da loro che verrà questo cambiamento di prospettiva: guardare l’ambiente da dentro, come parte di esso; come la goccia dell’oceano ‘vede’ l’oceano. Se facciamo tutti questo cambio di prospettiva ci sentiremo felici di essere parte di una meravigliosa immensità, di una grande umanità e ci comporteremo con più rispetto verso la nostra casa comune che ci ospita.

Occorre guardare l’ambiente da questa prospettiva interna e non come ha fatto finora l’Homo sapiens, cioè come qualcosa di esterno da sfruttare. Dobbiamo attribuire valore ad ogni creatura – animale e vegetale – e anche all’acqua e all’aria: solo così rispetteremo il valore inestimabile della vita umana. Tutti sporchiamo e quindi ognuno di noi è chiamato in causa. Io sono chiamato in causa da questa cosa. Non dobbiamo pensare che sono sempre gli altri. Sono io che produco rifiuto. Facciamoci un esame di coscienza e dichiariamo: Anch’io, “Me too”. Ecco auguro che oggi ognuno di noi prenda coscienza di questo fatto: che c’è un po’ di supponenza in tutti noi e modifichi i suoi comportamenti rispetto all’ambiente di cui è parte integrante.

Michele Zarrella