Giovani, dati allarmanti: troppi ragazzi lasciano la nostra terra

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“Giovani quale futuro”, questo il tema dell’incontro tenutosi, presso il circolo della stampa di Avellino, organizzato dal coordinamento under 30 Irpinia in Azione.

“I dati sono inquietanti – spiega Giovanni Bove – segretario di Irpinia in Azione. Si stima che ogni anno in questa terra viene meno un paese di medie dimensioni, oltre le 1000 unità, quindi vuol dire che siamo ai limiti quasi della desertificazione. E la politica  continua ad approcciarsi ad un tema così delicato e importante con un atteggiamento che fa rabbia, perché si continua a pensare che la politica debba essere relegata al ruolo di gestione del potere. Siamo in un sistema che nutre solo se stesso, che parla solo a se stesso e che, di fatto, ignora le reali esigenze dei piccoli comuni, dei giovani e della popolazione. Noi, con i nostri ragazzi under 30, abbiamo deciso di approcciare a queste tematiche con una mentalità completamente nuova, mettendo al centro della discussione la necessità che ci sia innanzitutto un recupero di serietà e di credibilità nell’affrontare determinate tematiche e soprattutto con una metodologia che metta i giovani al centro, non come i soggetti destinatari di attenzioni, ma come reali protagonisti di un cambiamento evidente che passa anche dalla capacità degli stessi giovani di diventare e affermarsi con una nuova classe dirigente di questa terra, in modo tale da offrire una capacità di futuro differente rispetto a quella degli attori odierni”.

Giulia Pastorella, deputato e vice presidente nazionale di Azione, autrice del libro “Exit only, cosa sbaglia l’Italia sui cervelli i fuga”, ha evidenziato: “Il problema dei cosiddetti cervelli in fuga da noi è un’emergenza più urgente che in altri Paesi, non solo perché partono tanti laureati e persone con delle qualifiche, ma anche perché non ritornano e non arrivano neanche gli stranieri. Quindi c’è un problema sia di uscita, ma anche di non entrata ed è un tema sempre all’ordine del giorno”.

“Il libro – ha aggiunto – l’ho scritto ormai quasi un paio d’anni fa, ma proprio oggi la maggioranza ha depositato una proposta di legge per cercare di far fronte a questo tema. A mio parere, una proposta che non ha senso e che mischia la questione della natalità con la questione del rientro dei cervelli. Nel Mezzogiorno il problema è ancora più evidente e quello che il governo dovrebbe fare non è cercare di dare incentivi e bonus fiscali che è esattamente quello che anche questo governo ha deciso di fare, ma andare a cercare le cause della partenza, quindi capire qual è il problema. Tra queste, ad esempio, stage e tirocini non retribuiti, un welfare che non funziona e quindi le donne non possono conciliare vita lavorativa e famiglia. Andare quindi alle cause e non continuare ad accusare, tra l’altro, i cervelli in fuga di essere la causa del declino del Paese, quando invece sono la conseguenza”.