Giovani e pandemia, diritti e doveri

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L’attivazione dei nuovi focolai pandemici, soprattutto all’interno delle fasce di eta’ giovanile, ha riproposto a noi italiani la consapevolezza che la nostra Costituzione e le leggi attuative che regolano la nostra vita comunitaria non sanciscono solo dei diritti, ma prevedono anche la possibilita’ di regolamentare alcune limitazioni, quando evidenti ragioni di necessita’ collettive impongono la salvaguardia di urgenti interessi generali. In sostanza i flussi ed i riflussi pandemici delle ultime settimane ripropongono con immediatezza diversi doveri in capo ai cittadini, giovani o anziani. Tra le tante eredita’ che la pandemia lascera’ alla nostra comunita’ nazionale un ruolo importante inevitabilmente dovra’ interessare la riscoperta dei doveri comunitari. A tal proposito dobbiamo ammettere che noi italiani,da parecchio tempo, – l’osservanza di questi doveri,coltivando, promuovendo ed enfatizzando solo i diritti con tutte le evidenti conseguenze sempre tardivamente avvertite. Abbiamo, forse volutamente, dimenticato l’articolo 2 della Costituzione che richiede “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta’ politica economica e sociale”. Sottolineo il termine adempimento che non offre spazi per comode interpretazioni etimologiche, ma configura un chiaro e concreto agire comunitario.La diffusa e strumentale demagogia nostrana, frutto di una scarsissima cultura costituzionale dei nostri attuali dirigenti politici, non scalfisce minimamente l’urgenza e l’efficacia della cultura della della responsabilita’ civile. Ciò nonostante bisogna riconoscere, con un pizzico di orgoglio nazionale, che la solidarieta’ umana e sociale, non solo e stata ampiamente invocata, ma mirabilmente dimostrata durante i drammatici momenti di maggiore diffusione della pandemia. A fronte delle nuove paure pandemiche di queste ultime settimane, l’obbligo di relazionarsi agli altri soprattutto dei giovani in vacanze o in discoteca-mediante il riconoscimento dei propri doveri, prima ancora dei propri diritti, non è una semplice opzione, ma è una condizione imprescindibile del nostro vivere comune.Capisco che la nostra scuola, le nostre famiglie, le nostre parrocchie, hanno dato poca importanza alla promozione della cultura della consapevolezza civile, ma ravviso anche che sono maturi ed urgenti i tempi per recuperare questo vuoto educativo. I doveri previsti dalla Costituzione ci impongono, soprattutto in questi momenti di emergenza globale e di progettazione della ripartenza, una riflessione seria ed impegnativa con una consapevolezza nuova perché è urgente la necessita’ non solo di ripartire, ma anche di di rifondare la nostra convivenza nazionale. Una sfida che non possiamo perdere è proprio quella dei “doveri”.La diffusa domanda “risarcitoria” di tutte le realta’ produttive, imprenditoriali e professionali, non puo’ costituire ancora merce di scambio -salvo i casi davvero doverosi- per un consenso elettorale senza un minimo di motivazioni civili, cultuali e sociali. Se durante e dopo la campagna elettorale in corso non riusciremo ad interiorizzare una visione lungimirante di una comunita’ nazionale vera e responsabile, prostrata dalla pandemia, ma capace di ripartire sui binari di marcia nuovi e responsabili, gli effetti negativi complessivi, saranno peggiori di quelli della pandemia lasciati dalla pandemia.

di Gerardo Salvatore