Giubileo di Sant’Ippolisto, dall’esposizione delle reliquie provenienti dall’Iraq all’apertura della Porta Santa con il vescovo Battaglia

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Una festa di fede e di comunità. E’ quella che si appresta a celebrare Atripalda con il Giubileo legato al 1720° anniversario del martirio di Sant’Ippolisto e dei primi cristiani di Abellinum. Da ieri sono esposte nella cappella di San Sabino oggetti liturgici provenienti da Qaraqosh (Iraq) “. Si tratta di oggetti – spiega il parroco di Sant’Ippolisto don Luca Monti – oltraggiati da miliziani dell’Isis in attentati terroristici in cui, ieri come oggi, molti fratelli e sorelle hanno versato il sangue per la fede”. Il 24 aprile a dare il via alle celebrazioni sarà don Luigi Maria Epicoco con “Non abbiate paura. Io ho vinto il mondo”, seguirà la lezione officiata da don Luigi.
Si prosegue il 25 aprile con la Via Crucis animata dalle associazioni cittadine. Il 26 aprile, alle 19, la celebrazione presieduta da Mons. Enrico dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense, presidente del Comitato Scientifico dell’Accademia Bonificiana. Seguirà, alle 19.30, la conferenza guidata da Monsignor Enrico dal Cavolo. Il 28 aprile, alle 19, la celebrazione eucaristica officiata dall’arcivescovo di Benevento monsignor Francesco Accrocca. Le celebrazioni proseguiranno il 29 aprile con l’adorazione eucaristica e la liturgia penitenziale, in preparazione al Giubileo per la grazia dell’indulgenza. Il 30 aprile la vita di Ippolisto rivive in musica con “Storia di un vinto vincitore”, concerto a cura del Pontificio Seminario Campano Interreggionale di Posillipo, al pianoforte  Enrico Venezia. Il primo maggio l’apertura dell’anno giubilare con l’accoglienza dell’arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia nella chiesa del Carmine e il corteo processionale verso la chiesa di Sant’Ippolisto con l’apertura della Porta Santa, la celebrazione eucaristica e l’adorazione delle reliquie.

Nei giorni scorsi, intanto, si è tenuta la prima sessione della Ricognizione canonica del corpo di Sant’Ippolisto martire e dei fanciulli Crescenzo e Ireneo, presieduta dal vescovo Arturo Aiello. Un ritorno alla storia di fede della primitiva comunità dei credenti di Abellinum. Dopo la celebrazione del Vespro e il giuramento della commissione, si è proceduto ad estrarre il teschio di Sant’Ippolisto custodito dalla metà del ‘600 nel busto reliquiario. Presente anche il sindaco Paolo Spagnuolo. I medici, con perizia, professionalità e scrupoloso rispetto hanno iniziato il loro lavoro.

A comporre la squadra di esperti i Medici Legali Carmen Sementa, Francesco La Sala e Alessandro Santurro, il dentista Sergio Brogna e  l’antropologa e odontologa forense Chantal Milani affiancata dalla bioarcheologa Francesca Motta esperta in archeologia cristiana.
“Nonostante il tempo ristretto e i resti frammentati – rivela la dottoressa Milani che, oltre ai numerosissimi casi giudiziari ha già lavorato su diversi Santi fra cui San Giovanni Vincenzo, San Mercuriale e su personaggi storici fra cui Dante e Raffaello – il lavoro di questi giorni si concentrerà su San Ippolisto e sui quattro martiri bambini fra cui Crescenzo, Ireneo. Un’analisi preliminare ha già confermato che le ossa del cranio di adulto attribuite al Santo presentano caratteristiche maschili. E nella commistione vi sono anche ossa di individui non adulti. Non è un dato così scontato in questo genere di contesti. Le ossa ci racconteranno qualcosa di loro, perché come spesso accade la morte racconta la vita e ne onora la memoria.”
I dati preliminari, quindi, sembrano confermare parte dei dati documentali.