Governo: in attesa della svolta

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“Discontinuità” e “cambio di passo” sono i tratti dominanti della fase che il governo Draghi sta attraversando mentre si avvicina il momento della verità, marcato dall’attesa svolta nella campagna vaccinale che coincide con la presentazione alla Ue, a fine mese, del progetto italiano per l’impiego dei fondi europei straordinari. Parliamo, è il caso di precisare, più della rappresentazione della realtà fornita da una grande stampa generalmente favorevole al governo, che di una esplicita rivendicazione del presidente del Consiglio, il quale però, avendo avviato una “verifica a tappe” con tutti i partiti, maggioranza e opposizione, ha lanciato un segnale di indubbia, doverosa attenzione a quanto si muove in Parlamento e nel Paese. Se le parole d’ordine hanno un senso, “discontinuità” vuol dire che il governo di unità nazionale, lungi dall’essere il frutto di un complotto internazionale o di una convergenza di “poteri forti” da sempre in agguato, è più prosaicamente nato per iniziativa del Presidente della Repubblica per risollevare l’Italia dal naufragio del Conte due; e che il “cambio di passo”, finora molto auspicato ma in attesa di verifica, è necessario per portare a compimento la discontinuità e mantenere gli impegni assunti per contrastare il dilagare della pandemia e rilanciare un’economia boccheggiante. In mezzo, fra il desiderio e la sua realizzazione c’è ancora un doppio livello narrativo, composto da due piani che non collimano e due iniziative che non s’incontrano totalmente: il governo che si muove coeso e coerente, deciso a raggiungere i suoi obiettivi, e i partiti (e qui parliamo della maggioranza) che restano il regno della competizione. E infatti, a conferma che l’unità c’è nel governo, meno nella coalizione, sta il richiamo rivolto alla delegazione leghista, la prima ricevuta giovedì a palazzo Chigi: “Non bisogna farsi dispetti e alimentare polemiche”. L’ammonimento, univocamente riportato da diverse fonti, è stato ieri diplomaticamente derubricato da Draghi a confronto dialettico in vista di un’intesa collegiale. Insomma, non c’è stato un appello all’unità perché non c’erano frizioni da comporre; e quanto alla discontinuità, il richiamo all’eredità lacunosa del precedente esecutivo, nella conferenza stampa del presidente del Consiglio, è stato molto soft; mentre la novità annunciata è palese nell’enfasi posta sulle riaperture previste per la settimana prossima, in vista delle quali è prevedibile che (quasi) ogni partito è pronto a piantare la propria bandierina. Coerente con le premesse è stata la piena copertura all’operato del ministro Speranza, oggetto di critiche “né fondate né giustificate”.

Si capisce a questo punto che l’impegno di Draghi, tutto politico, è di portare la dialettica ancora visibile nella maggioranza al livello del governo e della sua unità; e il Parlamento sarà la sede più opportuna per l’auspicata composizione. La svolta nella campagna vaccinale dovrebbe sancire il successo dell’operazione, corroborato da un prevedibile rimbalzo economico dovuto alla ripresa della produzione e dl commercio, che ci sarà certamente, anche se non è quantificabile in termini di numeri e di durata. Dunque, la vigilia è carica di attese e al futuro si può guardare con ottimismo, ma ci sarà ancora spazio per discutere, litigare e riappacificarsi.

 

di Guido Bossa