AVELLINO- Tanto tuonò che piovve, anche sul Teatro Carlo Gesualdo. Anche sul Massimo cittadino si accendono i riflettori della Procura della Repubblica di Avellino. Ieri mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale hanno notificato un ordine di esibizione di atti firmato dal Procuratore della Repubblica Rosario Cantelmo, documentazione relativa ai bilanci dell’Istituzione presieduta da Luca Cipriano. Un fascicolo, aperto a Palazzo di Giustizia, per cui non ci sono ancora iscrizioni nel registro degli indagati nè collegamenti con le vicende relative all’Azienda Città Servizi, su cui stanno indagando i magistrati avellinesi. Le indagini delegate dalla Procura ai militari dell’Arma, stando a quanto raccolto, riguardano le vicende già al centro di dossieraggi, scambi tra il Teatro e il Comune di Avellino e relazioni varie. E proprio sulla base di uno di questi documenti, che la Procura di Avellino avrebbe disposto gli accertamenti. Si dovrebbe trattare del famoso «dossier» predisposto e consegnato a gennaio al segretario comunale Riccardo Feola e al sindaco Paolo Foti dalla dirigente comunale Carmela Cortese. Atti che sono stati trasmessi anche a Palazzo di Giustizia, che ha subito assegnato la delega per le attività di accertamento ai militari dell’Arma. Dieci pagine, una relazione che aveva aperto una crisi tra Piazza del Popolo e l’Istituzione Teatro. A partire dalle voci del bilancio di previsione del Teatro, dove era previsto un contributo comunale da 100mila euro erogato dal Settore Finanze per imposte, tasse e credito iva, che si aggiungerebbe a quello ordinario, erogato dal Settore Cultura, di 300mila euro, cifra quest’ultima composta da quanto stipulato dalla convenzione iniziale, 275mila euro, a cui sommare, grazie ad una variazione del piano esecutivo gestionale approvata dalla giunta, i 25mila euro previsti inizialmente quale contributo per l’Accademia di Danza, attività risultata terminata lo scorso anno. Nel mini dossier preparato dalla dirigente, anche i contratti di lavoro autonomo stipulati dal Teatro nel corso del 2015, vietati stando alla ricostruzione, dalla normativa che nega al Comune di poter procedere ad assunzioni di personale, con qualsiasi tipologia contrattuale, compresi rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e contratti di servizio con soggetti privati. E le ultime osservazioni riguardavano quote rosa e gestione dei proventi da un soggetto che doveva avere qualifica di agente contabile. Ora tutto acquisito da parte dei militari dell’Arma