Dalla “stron…” alla fedele collaboratrice. E’ una questione di business. Di soldi. Fondi di coesione in questo caso. E allora tutto diventa più facile.
Tra Vincenzo De Luca e la premier Giorgia Meloni c’è adesso un felice rapporto di “collaborazione e di grande cordialità”.
Ovviamente – ha continuato il governatore – abbiamo combattuto e lo faremo di nuovo se ci dovessimo trovare di fronte a ritardi, a una palude burocratica”.
“La discussione che abbiamo avuto in questo anno – ha detto De Luca – era relativa al passo compiuto oggi, premevamo per bruciare i tempi. C’è voluto un anno per chiudere questo accordo di coesione e ora dobbiamo correre. Oggi senza guardare al passato siamo estremamente fiduciosi, abbiamo una macchina amministrativa in Regione che è in grado di produrre risultati di assoluta efficienza. Da oggi siamo impegnati a concretizzare i progetti, ad aprire i cantieri, a creare lavoro e civiltà”.
Pace con Meloni, e pure con Raffaele Fitto, il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr , nominato vicepresidente della Commissione europea con delega a Coesione e Riforme
“Buon lavoro innanzitutto a Fitto e poi ovviamente mi auguro che chiarisca due cose essenziali: che va a Bruxelles in rappresentanza dell’Italia, non di una coalizione o di un partito. E poi mi auguro che si impegni a difendere le politiche di coesione, che significa risorse per le parti dell’Europa che sono meno avanzate, hanno più livelli di disoccupazione”.
“La tendenza che c’è oggi nell’Unione Europea – aggiunge il governatore – è di ridurre i fondi di coesione e spostarli sui fondi per gli armamenti e la difesa. Quindi, siamo a un passaggio molto importante. Fitto farà cose significative e utili se difenderà fino in fondo le politiche di coesione, cioè l’Italia, cioè il Sud dell’Italia, perché non sia privato delle risorse necessarie per recuperare il divario con l’Europa”.