I franchi tiratori sulla legge

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Un accordo che sembrava fatto e che probabilmente andrà in porto ma la legge elettorale entra in aula alla Camera e immediatamente spuntano i franchi tiratori. Cecchini che si avvalgono del voto segreto e che tante volte in passato hanno affossato leggi, governi e candidati alla Presidenza della Repubblica. Ora l’obiettivo è quello di far saltare l’accordo raggiunto sulla legge elettorale. Una legge voluta dai quattro grandi partiti. Ma gli scricchioli si avvertono soprattutto tra i cinque stelle. Grillo vuole far rivotare dal web i suoi iscritti. E’ la rete che decide, dice da sempre il capo del movimento ma la realtà è che per i grillini è difficile reggere un accordo con Renzi e Berlusconi. I problemi non sono solo per l’oggi ma anche per il futuro. La legge infatti è disegnata per dare rappresentanza a PD, Cinque Stelle, Forza Italia e Lega mentre altre tre forze (sinistra, centristi e Fratelli d’Italia) potrebbero entrare o restare fuori dal Parlamento e al momento secondo i sondaggi non raggiungono la soglia del 5 per cento. Il quadro che si va delineando è dunque quello di quattro forze politiche divise soprattutto dall’Europa. Da una parte gli europeisti Pd e Forza Italia e dall’altra gli anti Bruxelles, Movimento Cinque Stelle e Lega Nord. Una differenza che sta emergendo in tutto il continente. Proprio oggi si vota in Gran Bretagna dopo la Brexit. Un voto insanguinato dal terrorismo prima con l’attentato di Manchester e poi con quello di Londra. Al momento c’è un testa a testa tra la premier Theresa May e il leader laburista Corbyn. Un duello classico destra-sinistra. In Inghilterra come anche in Francia si vota però con i collegi uninominali, in Italia si voterà invece con il proporzionale. Una differenza non di poco conto. Il perché è semplice. Nessuna forza politica farà campagna elettorale dicendo con chi stringerà dopo eventuali alleanze. Ed è per questo che tutti i partiti fingeranno e non diranno la verità. Non la possono dire PD e Forza Italia che si sono combattuti per vent’anni e “rischiano” di governare insieme. Non la possono dire Lega e Cinque Stelle. Salvini perché formalmente ancora nel centrodestra e Grillo perché contrario da sempre ad ogni intesa con altre forze politiche. Ma anche sul sistema proporzionale nessuno, tranne Berlusconi, ha detto la verità. A Renzi infatti interessa più il voto anticipato che la riforma. I Cinque Stelle volevano evitare i collegi e il sistema maggioritario e la Lega di Salvini punta soprattutto ad andare a votare subito per incassare il dividendo di una campagna elettorale giocata sulla paura, sulla sicurezza e sull’immigrazione. L’unico che ha fatto veramente il tifo per una legge elettorale proporzionale è Berlusconi che in questo modo potrebbe diventare decisivo quando si faranno i giochi per il prossimo governo. Quello che emerge, ed è davvero paradossale che Renzi, Berlusconi, Grillo e Salvini sono con le dovute differenze gli alfieri della rottamazione. Renzi ha abbattuto i vecchi capi dei diesse e della Margherita. Salvini è il rottamatore di Bossi. Berlusconi lo è stato della Prima Repubblica e Grillo della seconda. Ora tutti e quattro sono diventati, con il possibile ritorno al sistema proporzionale, i restauratori della Prima Repubblica. Quello che emerge insomma è un ritorno al passato che come ha scritto il politologo D’Alimonte sta avvenendo per “la voglia di elezioni anticipate di Renzi e le pressioni di Mattarella per l’armonizzazione degli attuali sistemi di voto. Sono loro i veri protagonisti della partita. Renzi sembra aver deciso. Ma vuole essere sicuro che questo sacrificio porti veramente alle elezioni anticipate. Teme la trappola. Noi nel nostro piccolo speriamo di non finire in una palude peggiore”
edito dal Quotidiano del Sud