I giochi delle due destre

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Da ieri – 3 agosto – un fatto sia pure largamente previsto aggiungerà ulteriori elementi di novità ad un panorama politico italiano radicalmente cambiato nell’ultimo anno. Infatti, da eri il Presidente della repubbblica non potrà più sciogliere le Camere. E questo certamente influirà sugli sviluppi dell’attuale situazione politica, anche per l’approssimarsi delle elezioni.  Dopo le due edizioni degli  esecutivi-Conte a maggioranze contrapposte, opera  un governo – largamente benedetto dall’Ue – che può godere della più ampia e prima inimmaginabile maggioranza della cosiddetta seconda Repubblica. Una nuova condizione, che impone a tutti i contraenti il patto di governo con il premier di modificare comportamenti e scelte, considerato che nessuna forza politica ha la golden share per determinarne la caduta. Di centro-destra si può parlare come pura espressione politica, ma i  fatti – a cominciare dalle nomine nel Consiglio di amministrazione della Rai, che hanno visto l’esclusione di FdL – dimostrano a che punto siano giunti contrasti e divisioni. Gli stessi scarsi risultati degli sforzi di Berlusconi nel tenere effettivamente unita l’alleanza sono indicativi, oltre che della sua ormai scarsa tenuta politica, anche della inutilità dei suoi richiami ai valori europei. I fratelli-coltelli del (l’ex?) centro- destra non perdono ormai occasione di suonarsele di santa ragione, in una concorrenza a spuntare lo zero virgola nei numerosi sondaggi settimanalmente diffusi. Sembra che i cieli dei sovranisti e della destra nostrana segnino bel tempo. Ma in effetti è proprio così? Ci sarebbe molto da discutere al di là dei numeri ballerini. Innanzitutto, i due leader dei pariti teoricamente più votati dagli italiani in questo momento non trovano il coraggio di assumere una posizione chiara su vaccini e no vax. E solleticano disordinatamente le piazze. Questo la dice lunga sulla loro mancanza di vera leadership e sulla loro totale mancanza di affidabilità politica! Per non parlare, poi, delle loro profondissime oscillazioni sul tema ormai cruciale dei rapporti con l’Ue. In questo sono chiaramente accomunati dalla preferenza per gli ammiccamenti, dai colpi di teatro ad uso televisivo, dalla costituzione di pseudo-fronti di alleanze che poi si sciolgono come neve al sole! Le loro posizioni nel Parlamento europeo sono fortemente differenziate.  La ducetta italiana, pur salutata come leader europea della destra, non ha mai fatto i conti al suo interno con molte frange difficilmente definibili come democratiche! E’ buona polemista nell’immediato, ma sarebbe impresa improba riuscire a estrarre dalle sue posizioni un programma di idee credibili e attuabili. Sembra però che alcuni suoi influenti consiglieri spingano perchè ora – da posizioni di maggiore forza – tenti un avvicinamento al governo anche in vista delle elezioni! Ancora più clamoroso il caso del Capitone leghista, che non esita a dimostrare ad ogni piè sospinto la sua tiepidisssima, anzi inesistente fede europea! A differenza di Giorgetti e di altri (pochi) esponenti che vorrebbero una Lega europeista e atlantica, il Capitone continua, come è nel suo stile, a portare avanti la sua linea di lotta e di governo, anche se non sembra che gli porti molto bene. Una gran parte dei suoi supporter non condivide la sua crociata anti-green pass. E la sua polemica contro gli altri partiti si fa sempre più volgare e becera: dopo il via alla riforma Cartabia, ha paragonato  Letta ad un “palo” come un criminale! E poi, continua a giocare grossolanamente  con cose più grandi di lui. Si illude tuttavia di poter far dimenticare  all’Ue le manovre di avvicinamento (tramite il suo collaboratore Ansuini) a influenti e misteriosi ambienti russi. Anche l’ultima sua capriola, l’adesione al manifesto dei sovranisti europei voluto da Orban, certamente non gli  gioverà. E men che meno gioverà al’Italia, che dall’Ue dovrà ricevere i miliardi del Next Generation Ue. Attesi con ansia dalle imprese del centro-nord che temono l’estremismo leghista. Sarebbe impossibile per l’Ue “aprire” a interlocutori così inaffidabili dal punto di vista dei valori europei di riferimento.  Un bel rebus che una destra potenzialmente di governo dovrà sciogliere!

di Erio Matteo