Ciampi se non sta attento rischia da subito l’inciampo. Senza una maggioranza né numerica né politica e con un numero esiguo di consiglieri al suo seguito, il cammino amministrativo del primo cittadino è irto di difficoltà e di insidie, a cominciare dall’inizio del percorso, con due imminenti ostacoli da superare. Il primo è la scelta della Giunta, il secondo, invece, l’elezione del Presidente del Consiglio, scadenze prossime e ravvicinate e peraltro in stretta correlazione tra di loro . Il sindaco,infatti, deve nominare la Giunta prima di convocare la seduta di insediamento del Consiglio, dove al rito del giuramento e alla verifica di eventuali incompatibilità e ineleggibilità dei consiglieri si aggiunge anche l’elezione del Presidente dell’Assemblea Due appuntamenti che possono segnare la vita futura di questa anomala consiliatura con un sindaco eletto a largo suffragio che, però, deve fare i conti con un consiglio dove la maggioranza è di segno opposto. La nomina della giunta presenta una difficoltà nella sua composizione E’ vero che la scelta degli assessori è un’esclusiva prerogativa del primo cittadino, ma è pur vero che la scelta dell’esecutivo deve rispecchiare quell’area di consenso che al ballottaggio ha votato Ciampi. Ma quest’ultimo è tentato di imporre, anche forse dietro suggerimento esterno, una giunta di suo gradimento, più vicina al M5S, anche se camuffata con nomi di tecnici. Se così fosse sarebbe un primo tradimento alle formazioni nate intorno a Cipriano, Morano e Preziosi che hanno consentito al ballottaggio la sicura vittoria di Ciampi che al primo turno ha raggranellato solo il 20 per cento del consenso elettorale. Diversa è invece l’ elezione del Presidente del Consiglio, dove prevale una maggioranza del centrosinistra, anche se quest’ultimo è attraversato da divisioni frutto anche delle tensioni interne al PD. Restando al verdetto popolare, a giusta ragione, si può sostenere che gli elettori di Avellino hanno decretato con il voto una sorta di coabitazione e tale dovrebbe essere se il centrosinistra perseguisse una coerente visione politica e strategica e non invece una guerra per bande. Nel caso ci fosse un rinsavimento del centrosinistra quest’ultimo dispone non solo dei numeri per eleggere il Presidente del Consiglio ma anche per aggiudicarsi le Presidenze delle Commissioni consiliari. Queste ultime sono nominate con metodo proporzionale tra i gruppi, con la conseguenza che in ogni commissione il centrosinistra dispone della maggioranza dei consiglieri, utili per poi eleggere il Presidente . Ma questo non avverrà. Stando ai rumors Ciampi, o chi per lui, pare che abbia siglato l’accordato con Gianluca Festa che otterrebbe così la Presidenza del Consiglio per Ugo Maggio, e in cambio darebbe i suoi tre voti con i quali il sindaco avrebbe la sicurezza di avere una maggioranza in Consiglio, tranne se per sua negligenza poi non perde qualche pezzo tra le forze che lo sostengono. Se così fosse sarebbe solo un atto di trasformismo accettato supinamente da Ciampi che in questo modo rinnegherebbe tutta la retorica del rinnovamento per anni sbandierato dal M5S. Ma sarebbe e anche un errore marchiano per Gianluca Festa, in quanto questo suo puntellamento a Ciampi sarebbe visto come una diserzione dalla coalizione in cui era entrato sotto le pressioni del Presidente De Luca, rinunciando ad andare da solo al primo turno , condizione questa che lo avrebbe liberato da ogni condizionamento. Non si può essere infatti iscritto al PD è poi diventare autonomo. Non è possibile servire due padroni. Lo raccomanda il vangelo ma anche il buon senso e la morale che ormai in politica è diventata un optional. Farebbe bene Gianluca Festa a farsi votare dal centrosinistra Ugo Maggio, persona autorevole e molto stimata e nel caso che il centrosinistra non si mostra d’accordo su questa soluzione , favorire con un altro nome all’interno del centrosinistra una elezione senza ombre e accordi sottobanco. Si darebbe vita così ad una coabitazione, nata sulla chiarezza delle posizioni, con una giunta espressione del sindaco e un Consiglio espressione della maggioranza dei consiglieri eletti nel centrosinistra. Ma anche questo penso che non avverrà per negligenza di tutto il centrosinistra e per la furbizia di alcuni che tengono più al proprio “particulare” che all’interesse generale. O tempora, o mores.
di Giandonato Giordano edito dal Quotidiano del Sud