IIA, alla Dogana Aragonese nasce Rete Irpinia

Un incontro, quello alla Dogana Aragonese di Flumeri, che per il sindaco Angelo Lanza ha segnato "l'inizio di una mobilitazione di lavoratrici e lavoratori di IIA,supportati da sindacati e dai sindaci del consorzio dei Comuni "Terre dell'Ufita"

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Valle Ufita. Un incontro, quello alla Dogana Aragonese di Flumeri, che per il sindaco Angelo Lanza ha segnato “l’inizio di una mobilitazione di lavoratrici e lavoratori di IIA,supportati da sindacati e dai sindaci del consorzio dei Comuni “Terre dell’Ufita”. E ne è uscita fuori “una rete chiamata Irpinia” che, in conclusione, ha redatto un documento unitario che sarà portato al Governo.

“Contro l’incerto futuro e l’inammissibile situazione di degrado organizzativo che sta vivendo, ormai da anni, lo stabilimento”.

Un documento della soprannominata rete Irpinia in cui si dice “basta all’indifferenza con la quale il governo affronta i nodi strutturali del declino del lavoro in IIA”. Ma anche “all’uso propagandistico di politiche che nascondono la polvere sotto il tappeto di annunci mediatici”. Dopo aver ricordato che “è una impresa in mano pubblica”, così come lo sono i clienti, chiede a governo e ministero dell’Economia e delle Imprese la verità su quella che appare una cessione ai privati di una grande azienda di rilievo posta sul nostro territorio. Insomma Leonardo davvero sta cedendo le sue quote azionarie al gruppo Seri dei fratelli casertani Civitillo? Sarebbe “un controsenso cedere le azioni pubbliche” da parte di chi “non ritiene più strategici gli asset di Industria Italiana Autobus”. E allora ci si chiede perché “prima si investe su una azienda unica in Italia, su tecnologie di ultima generazione e poi si cede un fiore all’occhiello industriale al privato”.

Una grande sconfitta per lo Stato, quindi. Nel documento si chiede non solo che IIA resti in mano pubblica ma che cambino anche i dirigenti. Questo stabilimento ha bisogno”di investimenti produttivi, credibili e duraturi per generare ricchezza e conservare i posti di lavoro”. Quella che, da ieri, è la Rete Irpinia  non cerca “assistenzialismo ma garanzia di buon andamento dell’impresa”. Ed insiste sull’impegno dello Stato che deve “stanziare le risorse disponibili, per un piano industriale di IIA di ripresa e rilancio presentato, quanto prima, al ministero”. Senza una programmazione “non è possibile la competitività” per cui un piano di lavoro è strumento non solo fondamentale ma necessario. Occorre, quindi, rivedere e migliorare strategia e organizzazione per garantire, alla fabbrica, sopravvivenza”.

“La politica” viene richiamata”alle proprie responsabilità”. “Faccia un atto di coraggio e di riflessione sulle scelte organizzative, sulla mancata programmazione di assunzioni e fabbisogni, sulla tutela dei lavoratori, sul degrado dei livelli qualitativi all’interno dello stabilimento”. Perche “Industria Italiana Autobus è fuori controllo”. La produzione “sostanzialmente ferma”, i clienti, per lo più municipalizzate, “che continuano a sollecitare la consegna dei mezzi”, i fornitori che sospendono la manutenzione dei mezzi. E dal Mimit giunge un “assordante silenzio”. Bisogna che si apra, perciò, “un confronto, il ministero deve intervenire tempestivamente onorando gli impegni presi, non indietreggiare ma dare risposte”.

La mobilitazione non si fermerà e, anzi, sarà assunta ogni iniziativa utile a portare all’attenzione di cittadini e opinione pubblica la gravità della situazione.

Giancarlo Vitale