“Riteniamo sconcertante la lettera inviata oggi dalla nuova proprietà di Industria Italiana Autobus a 77 dipendenti dello stabilimento di Bologna, ovvero l’intero personale impiegato nella produzione, nella quale si annunciava il trasferimento collettivo in quello di Flumeri, in provincia di Avellino, entro il 16 settembre. Per fortuna, a seguito delle proteste delle organizzazioni sindacali e dell’intervento delle istituzioni del territorio e quindi del Governo, la procedura di trasferimento è stata annullata dopo qualche ora”.
Lo dichiarano l’assessore regionale del’Emilia Romagna allo Sviluppo Economico e al Lavoro, Vincenzo Colla, e il sindaco metropolitano di Bologna, Matteo Lepore, riguardo all’annuncio, poi rientrato, della chiusura dello stabilimento bolognese di Iia.
”Neanche due mesi fa, il 13 giugno, presso il tavolo convocato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, alla presenza della Regione e della Città metropolitana di Bologna, l’amministratore delegato di Seri Industrial Vittorio Civitillo aveva presentato le linee generali del piano industriale legato all’offerta di acquisto dell’ex Bredamenarini, che sarebbe avvenuta da lì a pochi giorni”, proseguono Colla e Lepore.
“E in quella sede Civitillo aveva annunciato che Bologna sarebbe stato il luogo di produzione del nuovo planare integrato con la batteria, già in fase di prototipo, che avrebbe rappresentato la base su cui costruire i mezzi a Flumeri, e avrebbe rilanciato l’attività produttiva del sito bolognese, da affiancare alle attività di ricerca e sviluppo, ingegneria e amministrazione.
A conferma di questa intenzione, Seri aveva annunciato anche l’intenzione di acquisire il sito bolognese da Leonardo”, ricordano. ”Ma questo annuncio – concludono- dimostra l’inaffidabilità di Seri Industrial, che ha provato a sconfessare in modo autonomo quanto annunciato, delegittimando così il tavolo del Ministero come luogo di composizione istituzionale della vicenda. Mentre siamo soddisfatti del ritiro di una decisione sconsiderata, chiediamo che subito dopo la pausa estiva sia convocato il tavolo istituzionale, perché si chiarisca cosa sta avvenendo. Oggi più che mai siamo dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici di Iia: non smetteremo di vigilare sul loro futuro occupazionale e sulle sorti di un sito la cui storia gloriosa non merita una gestione così dissennata”.