IIA, Zaolino: “Con la privatizzazione si rischiano 200 esuberi”

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È stata una assemblea “vivace e partecipata, quella di stamattina – dice Giuseppe Zaolino, segretario provinciale Fismic, riferendosi all’incontro con gli operai di Industria Italian Autobus -, anche con momenti di contrapposizione ma le conclusioni che ci hanno visti tutti uniti”.

Perché tutti, tute blu e sindacati, hanno la “consapevolezza che il momento che sta attraversando lo stabilimento è molto particolare, se non proprio drammatico”.
Il governo non convoca un altro incontro mentre è sempre più probabile il cambio al vertice del pacchetto azionario, con l’avvicendamento di Leonardo con Seri Industrial, anche stamattina definita”inaffidabile” viste le precedenti esperienze che l’azienda dei fratelli Civitillo ha avuto in Irpinia. Cioè due fallimenti con operai messi sulla strada e senza nemmeno Tfr.
“Ci stanno preparando un pacco – ha detto Zaolino nel suo intervento -, perché significherebbe privatizzazione selvaggia, buona a fare clientele nel centro destra. Cosa che, evidentemente, reputiamo irricevibile e rivediamo al mittente”.
Ma i sindacati aspettano perché “se, invece, vorranno fare qualcosa di serio noi siamo pronti al confronto”.
“Se il gruppo dirigente di IIA – ha continuato il segretario della Fismic -negli ultimi cinque anni ha preso in mano una Ferrari e l’ha fatta diventare un catorcio, qualche responsabilità ce l’avrà. Anzi, è doppia. I primi ad essere messi alla porta dovrebbero essere questi signori”.
La manifestazione di dopodomani, in cui saranno coinvolti amministratori locali e parlamentari, servirà soprattutto “a divenire un corpo unico. Perché dovremo dimostrare che l’intera Irpinia non accetta i condizionamenti che arrivano dai palazzi romani, dal ministro del Mimit, Urso e dal governo Meloni”.
Se si metterà in pratica, come ormai sembra, la soluzione che va verso la scelta dei Civitillo brothers, “qualsiasi piano industriale partirà da almeno 200 esuberi e la nostra provincia, non se lo può permettere”.

Per Zaolino, quindi, “la lotta inizia mercoledì e finirà soltanto quando avremo certezze sull’occupazione e il rilancio della società che non può che restare in mano pubblica. Con dentro imprenditori privati che siano capaci di fare, davvero, gli autobus. Non a chiacchiere, ma sul serio”.