Il Borgo di Gesualdo perde pezzi: ora lo sfratto della scuola di Musicoterapia

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Riceviamo e pubblichiamo: «Il Borgo Gesualdo perde pezzi. Deciso lo sfratto della scuola di Musicoterapia: fanno i bagagli studenti e docenti. La scuola triennale di musicoterapia “Carlo Gesualdo” aveva sede a Gesualdo in provincia di Avellino. Un addio alla scuola proprio ora che si doveva ricominciare con i corsi, dopo il gap della pandemia. Proprio ora che il titolo di musicoterapeuta aveva ottenuto il giusto riconoscimento di livello universitario, dopo anni di impegno dei professori di dette  scuole: ebbene il comune gesualdino fa una scelta frettolosa e discutibile anche rispetto al luogo del principe dei musici. E’ ipotizzabile che l’ amministrazione comunale non è in grado di mantenere alto il prestigio della scuola e di portare avanti un indirizzo in linea con la formazione prevista!?! sembra che i locali siano stati “promessi ” e riservati ad un’ associazione del paese. Nel contempo desidero manifestare il mio rammarico per una esperienza che si conclude ma di cui occorre essere fieri per i risultati raggiunti e per l’enorme attenzione e interesse nazionale e internazionale che la scuola ha attirato nei confronti del comune gesualdino e della disciplina come la musicoterapia. Sono certo che questo patrimonio sarà valorizzato ulteriormente da altri comuni che accoglieranno tale scuola.
La scuola, nasce in seno all’istituto di studi gesualdiani, con corsi triennali per il conseguimento del diploma specifico onde promuovere la musica come mezzo alternativo alla riabilitazione.
L’intento è quello di sostenere il linguaggio sonoro musicale come terapia alternativa di rieducazione per soggetti affetti da diversi deficit e handicap con il presidente  Fausto Russo e l’allora direttore  Sabatino Miranda, la scuola parte nel 2005 per volontà della locale amministrazione comunale a cura dell’ assessore alla cultura  Raffaele Fulchini, sindaco  Carmine Petruzzo, grazie anche al sostegno di diversi enti pubblici, sanitari, accademici e scientifici.  La scuola era strutturata su moduli didattici moderni e, nel corso degli anni, si è uniformata a standard formativi internazionali.
La didattica è fondata sul modello del prof. Benenzon ed ha come obiettivo principale quello di fornire un’adeguata formazione in musicoterapia, con approfondite conoscenze teoriche e capacità di applicazione pratica, attraverso un’articolata organizzazione triennale (più un anno di supervisione), con un monte/ore annuale pari a 300.
le lezioni erano distribuite in dieci weekend con cadenza mensile (da ottobre a luglio) più stage e workshop con docenti esterni.
Diverse le aree della didattica che vengono approfondite nel corso degli anni: medica, psicologica, musicoterapica e dei codici espressivi sonoro-musicali. i prerequisiti di accesso alla scuola sono il diploma di licenza media superiore; il diploma di conservatorio o compimento medio di uno strumento musicale e/o capacità musicali verificabili equipollenti ad un test d’ingresso ed una sufficiente e articolata motivazione valutata attraverso un colloquio e test attitudinali.
La musicoterapia è l’uso professionale della musica e dei suoi elementi come intervento in ambienti medici, educativi e comuni con individui, gruppi, famiglie o comunità che cercano di ottimizzare la loro qualità di vita e migliorare la salute e il benessere fisico, sociale, comunicativo, emotivo, intellettuale e spirituale.
Numerosi anche gli sbocchi professionali del musicoterapista. Per quanto riguarda le strutture sanitarie territoriali (ospedali e istituti di medicina generale), la sua figura si inquadrerebbe come uno di quei profili dell’area socio-sanitaria necessario a confortare un concetto di “riabilitazione” più moderno e articolato, che si focalizza sui potenziali residui dei soggetti e sul miglioramento dello stato di benessere e quindi sul concetto di socializzazione aggiungo che la musicoterapia è una sorta di  scuola dell’anima, riparatrice dei dolori dello spirito: i cosiddetti “suoni che curano” ampliano le tematiche sull’esperienza sonoro -relazionale nella salute dell’uomo e del suo ambiente, scoprendo in essi un mezzo tramite cui migliorare le abilità comunicazionali attraverso il linguaggio sonoro-musicale e i suoi rimandi semiologici.  La musicoterapia come tecnica specialistica di miglioramento della comunicazione scrive l ‘ ultimo direttore della sede gesualdina prof. Renato De Michele nel suo libro edito nel 2022 da GE che: oggi la musicoterapia viene utilizzata come tecnica di supporto in vari ambiti, dalla medicina alla riabilitazione, dalla cura dell’autismo alla prevenzione nelle scuole. “laddove la comunicazione verbale fallisce – continua Renato De Michele – la musica diventa più immediata, soprattutto con l’utilizzo di strumenti musicali piccoli. permette di stabilire subito una relazione, di interagire con l’altro, che sia un adulto oppure un bambino”.
Dulcis in fundo: nel mentre diciamo addio alla scuola di musicoterapia,  il liceo musicale a Gesualdo sopravvive ai limiti dei parametri vitali …con prognosi riservata ..

Giovanni Savignano