Il capitone che straccia la legge

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La sconfitta di Salvini in Emilia-Romagna e il dimezzamento dei voti in Calabria rispetto alle europee hanno l’aria di una catastrofe strategica. Il leader leghista ha voluto ostinatamente la drammatizzazione nazionale di due vicende regionali. Ha sottovalutato il chiaro pericolo delle Sardine. E’ andato del tutto fuori tema. Con una narrazione ripetitiva. Discorsi superficiali. E imperdonabili, incivili performance di giustizia citofonica “porta a porta”. La ben nota disinvoltura personale e politica del “Capitone” leghista è stata perfino superata, stavolta, dai suoi inaccettabili comportamenti. In un qualunque Paese di antica e consolidata tradizione democratica, essi avrebbero suscitato un’ondata di generale disapprovazione. Nel nostro Paese da operetta, “leggero e impressionabile” secondo la nota definizione di Giovanni Ansaldo, essi hanno fatto registrare la consueta divisione tra supporter e avversari. Insomma, un popolo di faziosi, pronti a difendere o ad accusare qualcuno a seconda delle proprie preferenze politiche. E non disposti a condannare comportamenti riprovevoli, da qualunque parte politica provengano! L’opinione pubblica sembra comunque aver cominciato a percepire come vi sia davvero poco, al di là della falsa immagine familiare del mangiatore di crema alle nocciole e del leader disponibile a sorrisi e selfie. E ha colto il vero volto di Salvini, che ritiene le regole democratiche non delle garanzie per i cittadini, ma dei fastidiosi lacciuoli di cui liberarsi al più presto. Ambisce a pieni poteri. E’ sostenitore dei processi sommari. E ha dimostrato ancora una volta di costituire un pericolo per la collettività, in quanto esponente politico mancante di cultura democratica. Ha infatti stracciato i due fondamentali pilastri che reggono le varie forme di regimi democratici nel mondo. La divisione dei poteri tra legislativo, esecutivo e giudiziario come cardine per impedire ogni tentazone assolutistica. E il no ai processi sommari di piazza, perchè la giustizia si amministra nei tribunali. E non secondo i capricci del potente di turno, che vorrebbe individuare lui i nemici da colpire! Negli anni c’è stata una gran confusione tra le casse proprie e quelle dello Stato, dalle parti della Lega. La sparizione dei famosi 49 milioni di fondi pubblici. L’utilizzo di finanziamenti al partito per le spese private delle famiglia Bossi. Le condanne e le inchieste che hanno interessato esponenti leghisti. I 480mila euro versati a una barista cognata del tesoriere del Carroccio. E del resto, anche di cultura democratica non se ne è vista molta. Fino a una concezione privatistica delle istituzioni. Una scuola pubblica del comune leghista di Adro (Bs) inondata, tra le proteste, dai simboli del “Sole delle Alpi”. L’invenzione delle “ronde padane” (poi tramontate), triste preludio amilizie di partito. Lo sventolìo sul Pirellone milanese della bandiera leghista durante la presidenza Maroni. Fino alla sceneggiata con cui un parlamentare leghista ha chiesto alla fidanzata, in piena Camera dei Deputati, se intendeva sposarlo. Insomma, una preoccupante identificazione tra occupazione del potere e sottomissione delle istituzioni! Il Capitone leghista dovrebbe, invece, spiegare molte cose ancora oscure. I rapporti con il suo consulente per l’energia Arata, arrestato e ritenuto socio occulto del re dell’eolico Nicastro, considerato finanziatore del boss della mafia Messina Denaro. E poi la condanna per le spese pazze in Liguria del vice-mnistro Rixi. L’arresto del sindaco di Legnano, ecc. Infine il ruolo mai chiarito del suo collaboratore Savoini nei contatti con alte autorità russe per presunte tangenti alla Lega. Con il Capitone leghista fuggitivo davanti alle domande dei giornalisti e alle richieste di chiarimento in Parlamento! Infine, le risibili ricette di politica economica, dall’ improbabile “piano B” per l’uscita dall’euro ai famigerati mini-bot! La leadership solitaria e assolutistica di Salvini sta cominciando però a suscitare perplessità anche all’interno della Lega. E su di lui sono destinate ad addensarsi molte nubi, ora che la spallata – cercata e annunciata – sembra essere tramontata!

di Erio Matteo