Il M5S e il momento della verità

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Per il M5S, che i sondaggi – salvo il lieve calo dovuto all’infortunio sulla sospensione del sindaco di Parma, Pizzarotti – attestano come il secondo partito, ad una incollatura dal Pd e probabile vincitore in un eventuale ballottaggio, è arrivato il momento della verità. Le domande che molti si pongono sono molto importanti, direi decisive. Può ancora definirsi un movimento o un partito politico, così come indicato dall’art. 49 della Costituzione? In quanto, per la sua presenza massiccia in Parlamento e alla guida e alla conquista di molti comuni, addirittura di quello di Roma, concorre a determinare la politica nazionale? C’è democrazia interna? Vige in esso il metodo democratico, condizione necessaria per essere configurato come partito politico? Le ultime vicende, legate alla sospensione di Pizzarotti – sindaco scomodo, da sempre per la sua indipendenza, a cominciare dalla vicenda dell’inceneritore, mai chiuso come promesso e la dichiarazione della Raggi, candidata a Sindaco di Roma – pur smentita – di aver sottoscritto un patto – come scrive il Foglio – con i vertici del partito di sottomettere alla loro approvazione le decisioni amministrative più importanti prima di assumerle, fanno, fanno fortemente dubitare. La “ditta” M5S è di proprietà della Casaleggio Associati e di Grillo che l’ha fondata insieme con Gian Roberto Casaleggio, recentemente scomparso. Il figlio Davide ne ha ereditato il ruolo? La Casaleggio Associati è un semplice supporto tecnico/amministrativo o fa parte di un effettivo “Consiglio di Amministrazione” del partito/movimento, con tutti i poteri connessi? I vertici sono eletti con libere votazioni democratiche, anche se attraverso la rete, e Grillo è un semplice garante, come sostiene Di Maio, o determina la linea del partito movimento insieme alla Casaleggio associati, alla quale tutti debbono sottostare? E’ appena il caso di ricordare che, a differenza del PD, la “Ditta” di bersaniana memoria, è facilmente scalabile come ha fatto Renzi. Grillo, invece, è proprietario del simbolo, ha la presidenza e la rappresentanza legale; la Casaleggio associati è, invece proprietaria del Blog Beppe Grillo. Sono domande non da poco che i cittadini italiani hanno diritto di sapere e che convengono allo stesso M5S, prima di apprestarsi a commettere un secondo colossale errore dopo aver fatto fallire la nascita di un Governo Bersani del cambiamento, e, così, riaprendo, di fatto, la porta a Berlusconi e favorendo l’ascesa di Renzi. Ultima domanda: cosa vorrà fare delle Istituzioni? Quale è il suo programma economico, di politica estera, nei confronti dell’Europa, dei mercati, dell’immigrazione? Un partito che si candida alla guida del Paese ha il dovere di chiarire e di mettere le carte in tavola, in modo chiaro e convincente, altrimenti finirà, ancora una volta, per favorire la conservazione e la nascita del partito della Nazione.
edito dal Quotidiano del Sud