Il mistero della bellezza, da Platone al Novecento: così l’arte ci aiuta a diventare migliori

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E’ l’occasione per una riflessione che attraversa spiritualità e musica, arte e filosofia il confronto sui “Discorsi sulla bellezza” a cura di Stefania Aurigemma, presentato al Circolo della stampa di Avellino. E’ il professore Luigi Anzalone a sottolineare come sia complesso tentare di definire il bello “Manifestazione superiore della nostra essenza che si collega al bene e all’amore, frutto dell’interazione tra soggetto osservante e oggetto osservato, tra il rivolgersi all’oggetto a il darsi dell’oggetto”.

Ricorda come “Heidegger considera l’opera d’arte come la creazione di un mondo, contatto tra il nostro essere nel mondo e l’origine enigmatica dell’uomo”. Clarice Spadea spiega come ad emergere dai saggi sia “la bellezza intesa come armonia”. Il Maestro Gianluca Di Donato sottolinea come la musica sia “la più effimera delle arti, se eseguita male arriva all’orecchio nel modo errato”. Un itinerario che parte dall’idea del bello di Platone al tentativo di Pitagora di oggettivzzare il bello. Si interroga sul rapporto tra popolarità e bellezza, su concetti come armonia, funzionalità e struttura in musica. “E’ nell’Ottocento – spiega – che si afferma una diversa concezione dell’arte, da un lato c’è chi afferma l’idea che l’opera abbia una bellezza interiore, capace di trasmettere un messaggio, dall’altro musicisti come Schumman distinguono tra poetico e prosaico e associa il poetico al sentimento. Sarà poi, il Novecento a comprendere che non esiste nulla che sia consonanza o dissonanza, il bello è sempre legato a un significato che trasmette un senso, se capiamo il linguaggio e dunque un senso l’opera d’arte ha raggiunto il suo scopo e ci aiuta a stare meglio, altrimenti è fine a sè stessa”

La professoressa Marika Luparella sottolinea come la bellezza sia legata alla scrittura e al racconto, capace di dare un senso alle cose, culla delle emozioni. “E’ nel momento in cui vengono raccontate – spiega – che le storie diventano bellezza e arte. Di qui l’invito a coltivare bellezza in ogni sua forma. Proprio nelle notti buie può avere senso ascoltare i grandi del passato che inneggiano all’arte. Non è un caso che a unire gli uomini siano sempre linguaggi come poesia e musica”

E’ la curatrice Stefania Aurigemma a spiegare il tentativo di illustrare la molteplicità della bellezza, concetto fondamentale per il vivere dell’uomo e il suo benessere, per capire cosa si nasconde dietro il mistero della bellezza attraverso un’esplorazione che attraversa l’egittologia, lo spiritualismo, la bellezza omerica.

A comporre il volume i saggi di Luigi Anzalone, Ciro Aurigemma, Stefania Aurigemma, Antonio Fresa, Vincenzo Guzzi, Lia Jonescu, Marika Luparella, Maria Pace, Giovanna De Maio, Chiara Dell’Acqua, Antonella Di Coste, Gianluca Di Donato, Rosalia Donnici.