Il mistero pasquale

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Di Gerardo Capaldo

Ci sarà un’altra vita dopo questa? La scienza ha compiuto enormi progressi nella storia di questo mondo, ma non ha potuto dare nemmeno una lontana risposta all’interrogativo che l’uomo più di tutto si pone su questo profondo mistero. Il cuore ha le sue ragioni che la scienza non ha. E’ possibile ridurre l’essere umano e tutto l’universo a un meccanismo più o meno perfetto determinato dal caso? Sappiamo bene cosa è derivato e continua a derivare da questa eclissi del sacro e dal suo stravolgimento anche nella società contemporanea: gli anni di piombo, guerre in continuazione, aborti e femminicidi, miliardi di persone che muoiono di fame…Di chi fidarsi? Non mancano grandi testimonianze che potrebbero illuminare anche i non credenti. Si tratta però di eccezioni. Il male dilaga e spesso confonde la mente anche di persone molto elevate. Si richiede, soprattutto sul piano sociale, un impegno enorme. La salvezza non può derivare solo dalle Ong o da una Chiesa equiparata a una grande Ong. Dinanzi alla ipotesi di una vita futura o di un superiore giudizio spesso, nella comune precarietà dell’esistenza, più che un kantiano imperativo morale, può prevalere la certezza di un godimento immediato anche se contaminato da gravi iniquità. L’idea della risurrezione finale e del suo valore infinito rimane così lontana, travolta dalle logiche prevalenti di una religiosità molto superficiale e una presuntuosa società secolarizzata. “Se Cristo non è risorto vana è la vostra fede” afferma Pietro nella sua Prima Lettera. Il Mistero pasquale, suggestivamente prefigurato dalla risurrezione di Lazzaro, rimane al centro di tutta la vita cristiana.