Il monacello, una fiaba per i più piccoli

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1909

In questo lungo periodo di emergenza coronavirus, tutti gli studenti sono costretti a rimanere a casa, io volevo cordialmente proporre di pubblicare tutti i giorni una fiaba o un racconto della tradizione orale, popolare, ognuno corredato da schede didattiche. Riporto una frase di mio padre prof. Aniello Russo:
“Se le storie colte appaiono connotate da un diffuso ottimismo, le fiabe popolari rappresentano la crudezza umana; il che testimonia l’irrompere costante nella dimensione magica degli aspetti concreti della vita di ogni giorno”
Il mio intento è di supportare i nonni o i genitori che si trovano a dover intrattenere i figli o i nipoti affinché quest’ultimi non si annoino o restino appiccicati davanti alla tv o video giochi per ore ed ore.

Il Monacello
Il Monacello è piccolo e dispettoso, tiene sempre in testa un berrettino rosso. Nasconde gli oggetti negli angoli più remoti, rovescia i bicchieri colmi di vino, facendo gli sberleffi; toglie la sedia di sotto nell’attimo in cui uno si siede e spaventa gli abitanti della casa in cui ha scelto di insediarsi.
Durante la notte, poi, solletica le piante dei piedi ai padroni di casa che stanno tranquillamente dormendo, oppure corre in soffitta battendo forte i piedi nudi e ridacchia fino a che non canta il gallo al mattino.
Per giunta è invisibile. Può vederlo solo la persona che non ha avuto un battesimo regolare, per colpa del padrino o della madrina il quale non ha saputo rispondere al prete che lo battezzava. Ma anche per questa persona è impossibile acchiapparlo: balza di qua e di là come una capretta, sguscia tra le mani come un’anguilla, salta come una molla fino al soffitto.
Quelli di casa, quando non lo sopportano più, cercano un’altra dimora; ma il Monacello si sposta con la famiglia, portando pure lui qualche oggetto per la casa nuova. Durante il trasloco allegramente saltella e canta, canta e saltella:
Alla casa nuova, ce ne andiamo!
Se gli rubi il berretto rosso dalla testa, raccontano i nonni, non glielo devi restituire. Quello si agita e minaccia per farti paura, ma tu non mollare! Poi si getterà in ginocchio, scongiurandoti di riaverlo, ma tu…non cedere. Alla fine, ti chiederà quanto vuoi per il suo berretto e tu allora, in cambio puoi chiedergli dieci, cento, mille carlini d’oro, le monete di altri tempi.
Tante famiglie, facendo così, si sono arricchite.
E ora sentite che successe una volta…
Tanto tempo fa un vecchietto, rimasto solo in casa, si era disteso sul letto, quando sentì un rumore di passi pesanti bum, bum bum…
– Chi è? – chiese, balzando a sedere sul letto. Ma non ricette nessuna risposta.
Il rumore proveniva dalla soffitta e il vecchietto ebbe paura. Il Monacello, intanto, aperta la botola della soffitta, faceva penzolare i pedini. Lui guardava il vecchio e il vecchio guardava lui.
– Che vuoi? domandò il padrone di casa.
– Ma il Monacello continuava a fissarlo senza rispondere.
Restarono così per molto tempo finché il vecchio scattò in piedi e lo minacciò: – Ora vengo là e ti faccio vedere chi sono io e chi sei tu!
Corse a prendere l’accetta, che ha il potere di respingere gli spiriti perché è una mezza croce.
Quando tornò, il Monacello face un balzo e sparì con gran schiamazzo.
La casa tremò e poi non si sentì più nulla. Il giorno seguente dalla botola riapparve il berrettino rosso…

Comprensione e interpretazione del testo

Come si può definire il brano che hai appena letto?
leggenda mitica racconto di paura racconto fantastico.
Spiega la tua scelta

Competenza grammaticale

Sottolinea nel testo tutte le voci verbali il cui soggetto è il Monacello

Fai l’analisi grammaticale della seguente frase: Il Monacello nasconde gli oggetti negli angoli più remoti.

Proposta operativa

Disegna il protagonista del testo come lo immagini tu.

 

a cura di Grazia Russo