Il mondo dorato del calcio mercato

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Oggi tutto ha un prezzo. E se c’è un teatro che si fa vita questo è il calciomercato. C’è un giocatore brasiliano, Neymar, che per oltre 200 milioni di euro sta per lasciare il Barcellona per trasferirsi a Parigi. L’estate 2017 passerà alla storia come quella che ha cambiato il mondo del calcio. L’Europa del pallone arriverà a spendere più di 4 miliardi di euro per acquisti di giocatori. L’estate è delle cicale e non delle formiche, dei sogni e non della realtà. Con il calcio ognuno di noi torna fanciullo, sfoglia il suo ideale album di figurine e lo riempie di fantasia. Una trattativa tiene incollati al web, alla TV o ai giornali migliaia di tifosi. Nel tempo tante cose sono cambiate. Oggi a comandare sono i famelici procuratori alla Mino Raiola. Un ex pizzaiolo che con la famiglia parte bambino da Nocera Inferiore per emigrare in Olanda. Dalla ristorazione al calcio. E’ il procuratore tra gli altri di Pogba, Ibrahimovic, Balotelli e Donnarumma. I calciatori riconoscono nel procuratore il proprio presidente. Fanno parte di quella scuderia, solo dopo viene l’attaccamento alla squadra. Un cambiamento epocale rispetto al passato. Sono lontanissimi i tempi di Lombardi e Di Somma o dei presidenti padri-padroni. Oggi il proprietario di una società è un manager che deve far quadrare i conti incassando soldi dalle TV e dagli sponsor. Molte squadre sono state acquistate da multinazionali stranieri. Inter e Milan dai cinesi, la Roma dagli americani. Un nuovo mondo che nonostante agisca solo per business e non per cuore continua a far innamorare milioni di persone. il calciomercato ogni estate muove una montagna di denaro. In Italia tutto ha inizio con un barone siciliano: Raimondo Lanza di Trabia. Un uomo di fascino, soldi e titoli che muore nel 1954, in circostanze misteriose e mai accertate, in seguito a una caduta da una finestra del primo piano dell’Hotel Eden di via Ludovisi a Roma. La sua tragica morte sembra aver ispirato il suo amico Domenico Modugno per la canzone Vecchio frac. Il barone Lanza di Trabia, presidente del Palermo, inventa il calciomercato in un albergo milanese, il Gallia, dove abitualmente soggiornava. Lì trattava i suoi affari e anche quelli legati al pallone. Si narra che ricevesse i presidenti delle altre squadre nella sua suite, nudo nella vasca da bagno. Voleva dare vita ad un grande Palermo e non ci riuscì. Comprava giocatori che non servivano e a chi glielo faceva notare rispondeva: “pazienza, palleggerà nel mio giardino”. Frasi che confinano con la leggenda. Dopo di lui sempre al Sud sarà la volta di altri personaggi eccentrici come il “padrone” del Napoli e di Napoli: Achille Lauro. Nel calcio però vincono solitamente le squadre del Nord. La Juve degli Agnelli, l’Inter dei Moratti e il Milan di Berlusconi. Presidenti innamorati che non fanno più parte di questo calcio. Il rifiuto di Gigi Riva che non ha mai voluto lasciare Cagliari oggi sarebbe impossibile. Un altro calcio e un altro mondo ma a chi non piace sognare? Da ragazzino ci fece innamorare il talento di Juary. Arriva ad Avellino nell’estate del 1980. Sibilia lo considera poco più di un ragazzino gracile. A distanza di tanti anni lo stesso Juary ricorda che nel suo primo incontro Sibilia si rivolge a Vinicio e dice: “ma tu si proprio sicuro che chissto è un calciatore, è troppo piccolo nuncelappòfa”. Parlottano ancora e borbotta a Vinicio: “cumpà, io dovrei spendere un mucchio di dollari pecchistuccà, se non gioca tra tre mesi caccio lui e te insieme”. Nonostante le perplessità Juary diventa subito un idolo. Il calcio, a volte, i sogni li realizza.

di Andrea Covotta edito dal Quotidiano del Sud