Il Movimento Cinquestelle al Governo?

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Il Movimento 5 stelle, dopo la conquista di importanti amministrazioni locali con un bilancio in chiaroscuro, è chiamato ora a dimostrarsi capace di porre la sua candidatura a forza di governo. Difficilmente da solo, ovviamente, considerato che l’indecente legge elettorale con cui si voterà – il Rosatellum – oltre che a impedire una vera scelta dei parlamentari da parte degli elettori, é stato costruito come possibile argine ai partiti forti ma non facenti parte di coalizioni. La sfida appare impegnativa e difficile per un M5S in mezzo al guado a causa del progressivo allontanamento di Grillo.

La leadership di Di Maio ancora non del tutto consolidata. E la possibile resistenza di frange più legate alla primitiva vocazione movimentista che alle compromissorie necessità di governo. Intanto, non va dimenticato che il M5S è divenuto il primo partito italiano. Lo ha fatto sottolineando la sua natura anti-ideologica, né di destra, né di sinistra, talvolta addirittura rivendicando le inevitabili oscillazioni di rotta che ne hanno segnato il cammino. Una ascesa che, tra l’altro, ha dimostrato quanto truffaldine fossero le affermazioni degli esponenti delle forze politiche tradizionali sulla necessità, per consolidare la democrazia, di finanziamenti pubblici stratosferici a favore dei partiti. La dilapidazione di risorse è andata ad arricchire perfino partiti non più esistenti. Improbabili fondazioni politiche. O, in alcuni casi, perfino le tasche di politici ed ex, beneficiari o acquirenti di immobili svenduti a vario titolo dai partiti stessi ! La stessa rinuncia alla doppia indennità effettuata da egli esponenti 5S ha rappresentato una poco più che simbolica, ma significativa eccezione, sul piano del costume politico. Ora, però, la leadership grillina sembra essersi resa conto che non è più tempo di assalti con distruzione del palazzo, ma di una conquista dello stesso con un ingresso a pieno titolo. Senza del quale anche le percentuali di consenso finora raggiunte rischierebbero progressivamente di scemare. Il M5S ha infatti raggiunto delle proporzioni tali da rendere ormai più vicino e inevitabile il bivio. O apprestarsi a diventare forza di governo pagando i prezzi necessari. O rassegnarsi a subire un lento declino causato dal progressivo affievolirsi delle speranze del suo elettorato, con una dispersione dei suoi consensi verso altre più promettenti e concrete direzioni ! La progressiva uscita di scena d Grillo con le sue uscite, talvolta pittoresche talaltra perfino contraddittorie, la contemporanea investitura come candidato premier dell’istituzionale Di Maio e il repentino abbandono di Di Battista sono tutti fattori che possono agevolare un cammino che appare tuttavia decisamente in salita.Parte dell’esito di questo cammino dipende ovviamente dagli sviluppi della situazione politica post-elettorale. I suoi scenari appaiono non del tutto definiti. E potrebbero anche prendere direzioni impensate, tenuto conto del probabile epilogo elettorale, che non vedrebbe alcun vero vincitore. Rimane improbabile un patto post-elettorale M5S – Lega. Esso segnerebbe un alto livello di contraddizioni politiche, tenuto conto delle diversità di posizioni su temi estremamente sensibili e perfino sull’Europa. Nei chiacchiericci parlamentari, si sottolineano le difficoltà di individuare una maggioranza coesa. Anche un’intesa di Fi con un Pd prevedibilmente indebolito appare più difficile. Considerata la nota riottosità dei parlamentari neo-eletti ad affrontare nuove elezioni con relative incognite, viene perciò accreditata a quel punto l’ipotesi di un possibile governo del Presidente, legato a un preciso programma. Addirittura qualcuno ricorda il precedente di un governo De Gasperi con la Presidenza Einaudi. E ipotizza che, se Gentiloni giungesse non battuto in Parlamento, essendo nella pienezza dei poteri, potrebbe essere rinviato alle Camere per ottenere la fiducia. Fantapolitica ? Chissà!

di Erio Matteo edito dal Quotidiano del Sud