Il nuovo libro di Luciano Arciulo: Gramsci e le battaglie politiche

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Credo, se la memoria non mi  inganna,  di aver incontrato e conosciuto Luciano Arciuolo verso la metà degli anni ’90. Fu il comune impegno politico a sinistra  – lui a Bagnoli ed io a Nusco – a renderci protagonisti di una battaglia che, al di là della contingenza elettorale, ancora oggi  possiamo  ricordare con disincanto. Vi era in noi  una generosa e lungimirante  consapevolezza di agire  con gli occhi rivolti, –  a dispetto della morta gora che oggi predomina, –  al tempo presente. Dopo di allora siamo andati ognuno per la sua strada: Luciano ha insegnato per anni nella scuola fino a diventare un dirigente scolastico. Il caso ha voluto che  lui sia stato scelto a dirigere l’Istituto Statale comprensivo di Nusco e così, anche se in campi distinti ed autonomi, ci siamo ritrovati di nuovo. La sua attenzione alle problematiche scolastiche fa tutt’uno con l’impegno civile e sociale. I suoi articoli sul tema dell’accoglienza hanno strappato il velo all’inadeguatezza e arretratezza di un certo pensiero predominante. La questione “accoglienza/integrazione” diventerà  sempre più  centrale per il futuro non solo dei nostri paesi ma dell’Italia intera. L’impegno di Luciano non è solo un sasso nella morta gora dell’egoismo sociale,  ma riflessione  di un  docente che,  avendo passato 50 anni fra i banchi della scuola,  avverte con forza  la responsabilità di scardinare un pensiero reazionario   ed un’azione regressiva. La decisione, pertanto,  di pubblicare questo suo “diario di bordo” è scaturita dal bisogno di mettere a disposizione di tutti (soprattutto di chi non ha orecchi per ascoltare) la “bella lezione”  di Luciano. Mi è  sembrato doveroso pubblicare questo pamphlet. Dalla sua lettura possiamo ricavare a tutto tondo il  perché e il come Luciano sia attendibile e  credibile. Quando si cala l’atout del proprio vissuto non si sono grigi che possano reggere. O sei bianco o sei nero. Dalla vita di Luciano  –  scolastica e non solo –  ci arriva potente un’esemplare  lezione di  sacrificio, studio, passione e coerenza. Ci arriva la lezione di chi ha saputo sempre guardare il mondo circostante, fatto di persone in carne e ossa, di un docente /educato  dalla “fatica della vita”  a meditare  con il  cuore e la mente  “sulla vita degli altri”. Un  “grande” lezione – avrebbe detto Gramsci – di un docente onesto moralmente ed intellettualmente.

Giovanni  Marino