“Il Partito Democratico dimostri di esserlo”, la nota delle sardine irpine

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” La linea intrapresa dal segretario Letta, aperta alla costruzione di un campo largo, è sicuramente una linea che condivido. Non basta però una sommatoria delle varie sigle politiche per battere la destra; c’è bisogno di una proposta politica che sia credibile agli occhi degli elettori. Le recenti amministrative, nonostante gli ottimi risultati per il centrosinistra, ci consegnano un dato allarmante: l’astensionismo è il primo partito del Paese. Una politica che non sa coinvolgere i cittadini inevitabilmente perde di autorevolezza nel suo ruolo di direzione della vita pubblica.

Se il PD intende inserire nella propria agenda politica temi come il salario minimo, la giustizia ambientale, un tassa dell’1% sui patrimoni milionari, la legalizzazione della cannabis, il cambio della legge elettorale e la lotta al lavoro precario, sono a disposizione per contribuire a costruire un percorso unitario. Dico questo perché il PD irpino, negli ultimi anni, ha parlato poco di temi e troppo di nomi e nomine.

I partiti, come entità, devono ritornare ad avere il ruolo di guida per i propri iscritti ed essere un luogo dove dialogare e non continuare ad essere uno strumento a servizio di pochi, dove ognuno si muove come un cane sciolto per salvaguardare esclusivamente i propri interessi. L’appuntamento con il congresso provinciale spero possa chiudere un periodo oggettivamente negativo per il Partito Democratico che ha pesato in particolare sulla vita amministrativa della città capoluogo. Se ci ritroviamo un primo cittadino che si è dimostrato poco adeguato al ruolo e senza un’idea per l’Avellino del futuro è colpa anche delle debolezze che ha dimostrato il PD locale negli ultimi anni.

La mancanza di una leadership, e fondamentalmente il non avere una persona di riferimento a cui rivolgersi, non ha di certo aiutato. Non nascondo che come gruppo irpino delle 6000 sardine raramente siamo riusciti a trovare un dialogo con Via Tagliamento, se non con qualche esponente in via del tutto personale. La cosa più grave è che però questo dialogo, da parte del PD, non c’è stato neanche con le altre forze che sono alla sua sinistra.

A breve ci sarà l’appuntamento delle elezioni provinciali (con la pessima riforma Delrio, tema, anche questo, da affrontare): ho letto tanti appelli, anche da alcuni consiglieri uscenti, che richiamavano al “campo largo”. Se davvero c’è la volontà di costruirlo, il PD deve dimostrare di voler gettare le fondamenta. Seguendo il principio che ha fatto nascere queste “agorà democratiche”, il Partito Democratico deve dimostrare che è aperto ad ospitare candidature che provengono dal mondo della sinistra, che nella nostra Provincia ha comunque una sua importanza non marginale. Non sta certo a me comporre la lista dem alle prossime elezioni provinciali ma tendere lo sguardo verso realtà importanti, siano esse civiche o partitiche, sarebbe un segnale significativo. Non è più il momento di fare chiacchiere: se non vogliamo consegnare la nazione alle destre sovraniste dobbiamo iniziare a lavorare insieme, partendo dai temi, essendo però inclusivi.

Il Partito Democratico dimostri di esserlo.”