Il Presidente D’Agostino: “La serie B per il presente, la A per il futuro”

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Percorsi La rubrica a cura di Monia Gaita

Angelo D’Agostino, nato a Montefalcione (AV), guida la D’Agostino Costruzioni Generali Srl, fondata nel 1984. L’azienda si occupa di residenze, ristrutturazioni e settore energetico. Nel 2013 è stato eletto deputato della XVII legislatura della Repubblica con Scelta Civica. È proprietario delle reti televisive Prima Tivvù e Telenostra. Dal 2020 è presidente dell’Unione Sportiva Avellino che milita in serie C.

Presidente Angelo D’Agostino, dall’infanzia all’imprenditoria, diteci qualcosa

Sono nato a Montefalcione da papà Giovanni, contadino, e mamma Teresa, casalinga. Ho un fratello, Giancarlo, di 10 anni più giovane, e una sorella, Carmela. L’infanzia l’ho trascorsa con serenità. I miei genitori lavoravano sodo, i soldi erano pochi, ma non ci facevano mancare niente. Mi hanno cresciuto con severità educandomi ai valori e trasmettendomi il senso della precisione, dell’onestà e dell’impegno. Mi raccomandavano di essere serio, di mantenere la parola data, la famosa stretta di mano alla vecchia maniera. A Montefalcione ho frequentato elementari e medie, poi mi sono iscritto alla Scuola per Geometri ad Avellino. Ero un ragazzo pieno di sogni, ci credevo e speravo che un giorno li avrei avverati.

Dopo il diploma avete cominciato a lavorare

Sì, subito dopo il diploma ho cominciato a lavorare nell’impresa edile di zio Raffaele, il fratello di papà. Avevo 20 anni. Con lui imparai molte cose. Ero munito di spirito di sacrificio e voglia di apprendere il mestiere. All’inizio facevo l’imbianchino, poi, acquisendo ulteriori competenze, volli mettermi in proprio e aprii una partita IVA. A 23 anni, conclusa la leva militare, ebbi una ditta tutta mia, la “D’Agostino Costruzioni” che oggi, a 35 anni dalla nascita, è una realtà solida, operante su territorio nazionale, con una filiale anche in Romania.

La D’Agostino Costruzioni Generali si è ampliata nel tempo

Ci siamo ampliati nel periodo del post terremoto e oggi lavorano con noi 450 dipendenti, ma l’indotto è più esteso, spaziando dalle costruzioni e dalle grandi opere a una raggiera di sezioni diversificate come la distribuzione e commercializzazione del gas metano, dell’energia elettrica e delle rinnovabili. Ho cercato di intuire quando era il momento di cambiare, tralasciando un settore se tirava poco, a favore di un altro più moderno e produttivo.

Com’è nato l’amore per l’Avellino Calcio?

Sono sempre stato tifoso dell’Avellino che seguivo anche in trasferta quando il lavoro me lo consentiva. La mia società, negli ultimi 15 anni, ha supportato il Club come sponsor. Avevo ricevuto varie proposte d’acquisto in precedenza: non si sono mai concretate per una serie di problemi che mi hanno persuaso a fare marcia indietro. Ultimamente però, sentivo di voler intraprendere un progetto d’amore per la mia città, per la mia Irpinia, per la mia squadra. A marzo 2020 ho assunto la carica di presidente.

In che modo la pandemia vi ha condizionato?

È stato davvero un brutto periodo. Dal mio insediamento, con l’esplosione del Covid, non abbiamo potuto mai giocare una partita a porte aperte. L’assenza di tifosi sugli spalti ha influenzato il morale della squadra. Il pubblico è il dodicesimo uomo in campo e quando non c’è, si gioca con un uomo in meno.

Il sogno della promozione è esaudibile?

Dobbiamo accarezzare e custodire i sogni. Avellino è una piazza che merita una categoria superiore. La promozione sarebbe una luminosa nota positiva dopo questa protratta fase di contagi, di paura e di preoccupazioni. Il mio proposito è di portare l’Avellino in serie A.

Il progetto di un nuovo stadio di proprietà converge proprio in questa direzione

Ci traghettiamo in un progetto ambizioso per la provincia e la Campania. Nella regione saremmo l’unica società di calcio con uno stadio di proprietà. Vorrei portarlo a termine proprio come l’ho immaginato. Costerà 50 milioni di euro e avrà una capienza di 21.500 posti a sedere e coperti. Attualmente il Partenio-Lombardi può ospitare un massimo di 7000 persone; troppo poco per una provincia come la nostra che è divenuta l’epicentro di un imponente fermento affettivo. Quello nuovo sarà un impianto a servizio della città e dei visitatori, con negozi, palestre, parcheggio interrato e sale ristorante. Potrebbe essere pronto nel 2024 se otterremo i permessi entro quest’anno. La proprietà della struttura sarà nostra, mentre il suolo comunale ci verrà concesso in diritto di superficie per 90 anni. Contiamo di stipulare presto questo accordo. Il Comune di Avellino avrebbe il vantaggio di abbattere le spese disponendo di uno stadio all’avanguardia con categoria Uefa 4 per le gare internazionali.

Contro quali limiti impattano le società di calcio?

Nel calcio urge una riforma radicale. Istituzioni, Lega, FIGC e Governo ribadiscono l’importanza di questo sport come fattore e veicolo di aggregazione, come officina di incontri, condivisione e relazioni. Eppure, nell’emergenza Covid non siamo stati aiutati. I famosi ristori sono stati elargiti solo a determinate fasce di lavoratori. Noi imprenditori siamo rimasti fuori. Da un anno e mezzo con gli stadi chiusi, senza sponsor, senza tifosi e senza introiti, abbiamo dovuto combattere per non soccombere. La categoria C, colpita dalle restrizioni, va sostenuta e incoraggiata sotto il profilo economico. Una squadra come la nostra, paga 3 milioni di contributi all’anno. A parte, poi, c’è da corrispondere gli stipendi ai giocatori. Ci vorrebbe un condono delle tasse e non una loro proroga. E mentre la Serie A ricava soldi dai diritti televisivi, la Serie B e la Serie C sono gravemente penalizzate. Da pochi mesi faccio parte del Consiglio Direttivo della Lega Pro dove mi sto attivando per promuovere le istanze delle categorie minori.

Ieri nei quarti di finale dei Playoff l’Avellino ha battuto il Südtirol per 2-0. Adesso ci aspetta la partita di ritorno mercoledì

Questo risultato è importante e ci dà una grande carica. Ho visto una squadra combattiva e risoluta che ha espresso in campo il gioco che ci piace. Credo in questi giovani. Nello spogliatoio ci siamo confrontati. C’è un bell’entusiasmo adesso. Siamo in un buon momento e voglio ringraziare di cuore i nostri tifosi per la vicinanza e il calore dimostrati da ogni parte dell’Irpinia. Il loro sostegno è prezioso. Mercoledì a Bolzano dobbiamo farcela.