Con sapiente scelta di tempo, accompagnata dalla solita conferenza stampa e grancassa mediatica, ad una settimana dal voto amministrativo di Napoli e di molti comuni della Campania, è partita l’operazione rimozione spazzatura che da oltre dieci anni è disseminata, per chilometri e chilometri, nel territorio della regione. Cominciano a portarla in Spagna e Portogallo, poi si vedrà. Sono stati appaltati cinque lotti per circa 200.000 tonnellate e l’operazione impiegherà 18 mesi. In questa prima tornata saranno interessate le eco balle (si fa per dire!) di materiale ormai inerte e già trattate, che possono essere bruciate negli inceneritori. E’ una esigua quantità rispetto ai circa 5 milioni e 600 mila tonnellate giacenti in Campania. Il governo ha stanziato 450 milioni di euro, ma ne sono stati erogati appena 100. Siamo appena agli inizi di un’operazione colossale che ci vedrà impegnati per lunghi anni, senza considerare le operazioni di bonifica di estesi territori, soprattutto del casertano, disseminati di rifiuti altamente tossici, che hanno fatto aumentare le malattie tumorali nella zona. E’ appena il caso di ricordare che quello dei rifiuti è il problema dei problemi della Campania irrisolto da vent’anni e per il quale nel 2010 la Corte di Giustizia europea ha condannato l’Italia con una forte multa. Cosa dire? E’ certamente un’operazione lodevole di cui è giusto dare atto al Presidente De Luca, dopo venti anni di criminalità politica, di camorra e di malaffare che ha caratterizzato la Campania (insieme al altre “perle” come la Sanità e la gestione dei fondi europei) tra le peggiori regioni italiane, insieme alla Calabria ed alla Sicilia, guarda caso, regioni dove la criminalità organizzata la fa da padrone. Errori tecnico- amministrativi, interessi politici e malavitosi, emergenza eretta a sistema come situazione economicamente vantaggiosa, non solo per la camorra ma anche per l’imprenditoria assistita e gran parte dei politici. Fatto questo doveroso riconoscimento ci saremmo aspettati da un Presidente del fare come De Luca ben altri interventi, a cominciare da piani industriali di lavorazione e di smaltimento dei rifiuti da fare in loco, senza pagare altre regioni e nazioni che lo faranno per noi per solo scopo di lucro. Spenderemo milioni di euro e non creeremo un sol posto di lavoro in una regione che ne ha tanto bisogno e dove l’emigrazione, specie giovanile, è ormai ai limiti delle sopportabilità. Non siamo stati capaci di costruire un secondo inceneritore e nemmeno strutture idonee a differenziare i rifiuti, a trattarli e a riciclarli, come fanno, invece, i Paesi più evoluti. Siamo contro ogni possibilità di dare al trattamento dei rifiuti una valenza industriale, come pure sarebbe giusto ed opportuno, perché continuiamo, contro ogni razionalità, a blaterare contro la costruzione di strutture idonee al loro smaltimento. Eppure inceneritori sono in tutte le più grandi città europee: a Zurigo uno è al centro della città ed altri nelle zone periferiche ed inquinano meno delle macchine. Ma tant’è, anche lo spregiudicato De Luca sta mostrando la corda e si sta adattando all’andazzo comune della politica che, ormai, non riesce più a fare scelte anche impopolari ma utili alla collettività ed al bene comune.
edito dal Quotidiano del Sud