Il quadro geopolitico globale, con tutti i problemi collegati alla drammatica invasione russa dell’Ucraina, alimenta sempre più la convinzione che il tempo che stiamo vivendo ha profondamente bisogno di immaginare un’alba necessaria. Le progressive incertezze e le sempre più pungenti inquietudini alimentano il vivo desiderio di saper affrontare e risolvere i tanti macro-problemi, quelli vecchi e quelli nuovi. Basti pensare al pericolo derivante dalla fame per molti milioni di esseri umani, a fronte della mancata fornitura del grano ucraino. I sentimenti popolari diffusi, dopo le restrizioni pandemiche, cominciarono a imboccare la via di uno sconforto, senza indulgere troppo di barlumi della solidarietà e della speranza. Frattanto avvertiamo tutti la necessità di sognare un mondo nuovo e più aperto in cui il bene di tutti – senza nessuna esclusione – stia a cuore a ciascuno, dal comune cittadino ai potenti del mondo, sempre più afflitti dalla sindrome deleteria del delirio di onnipotenza. Alle tante persone non più giovani, alla percezione di un orizzonte sempre più cupo, si somma l’amarezza di un futuro senza speranza per le generazioni future. Attesa di un’alba, quindi, illuminata dal grande sogno di Giorgio La Pira, di una pace generata dall’abbraccio non solo ideale, ma concretamente solidale, dell’unica grande famiglia umana, che vede nel Mediterraneo “un detonatore” di dialogo e inclusività. Attesa consapevole perché accompagnata dalla percezione che sullo sfondo dei conflitti mai sopiti e delle tensioni che abitano in particolare il Sud del mondo urge delineare forma e consistenza, di una ricomposizione geopolitica che eviti lo scontro tra i capitalismi più forti. Per questo il sogno di un’alba nuova con un diverso modello di sviluppo, sostenibilità a livello ambientale ed energetico, giusto ed inclusivo dal punto di vista sociale, tecnologico e produttivo, è una sfida alla quale nessuno può sottrarsi. Questo sogno per realizzarsi ha bisogno di una nuova ed urgente «alleanza» con tutte le forze che nel paese si sentono spinte verso l’auspicata trasformazione. Lo stile, la forma e le finalità dell’alleanza possono aiutare a far emergere quel nuovo patto sociale che è necessario all’Italia e a tutta l’Europa, soprattutto con tutte le implicanze degli stravolgimenti politici, economici e sociali derivanti dall’aggressione russa all’Ucraina. Lo stesso PNRR, rischia di perdere la forza propulsiva programmata, se non è accompagnato da una efficace concretezza e visione, flessibilità e rischio, obiettivi e vincoli. L’attuale maggioranza di governo se non apre il cantiere di un radicale cambiamento di rotta delle politiche a servizio di una profonda trasformazione della vita sociale nella prospettiva di un futuro più giusto e più inclusivo è destinata a volatilizzarsi. A tal proposito sembra essere legittimo il dubbio sul se tale classe politica, mediocre e populista, può affrontare i numerosi problemi emergenti, tutti di preoccupanti implicazioni. La inconsistenza attuale di quello che osiamo ancora chiamare “dibattito politico”, forse solo per evitare termini diversi, sostiene il dubbio accennato e non apre sentieri credibili per quell’alba che tutti attendiamo.
di Gerardo Salvatore