Il trionfo di Vinicio e dello Sponz Fest: circa 20.000 presenze esaltano il Festival

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L’arrivo del treno, correrci a fianco a cavallo con la musica di Morricone…
L’alba a Cairano, il medioevo degli incappucciati, la fanfara.
I calitrani, i volontari, il velo di sposa di Mariangela che sventola nel cielo di Andretta, il ritorno di Micah P. Hinson, Mimmo Borrelli, la Consorteria delle Tenebre. I ragazzi di Calitri che fanno il coro dell’Antigone sul Borgo Castello con il Teatro delle Albe. La terrazza di Lecio sul borgo, Cinaski, la notte dei Fante, Paolo Rumiz, il ballodromo, le bande da ballo, Baby Moira e gli Extraliscio, l’Orchestrina di Molto Agevole, il batticulo… Le grotte, le cantine, il banco bar da 80 metri di Enzo Tenore, come un scenografia di Sergio Leone. Giovanna Marini che canta “This land is your land" con Micah, Morandi che canta “La padrona mia", tutto il pubblico che canta Morandi, Ascanio Celestini al bar di Ciccillo, Cicc’ Bennet e la sua bodyguard, mister Donat. Matalena che canta “Il naso", il guscio di testuggine di Domenico Quirico che spacca le nostre coscienze, la polvere biblica, i capovolgimenti del pensiero di Moni Ovadia, il pubblico del Goleto che si alza in piedi all’ultima poesia di Kahled Al Nassiry, le magnifiche mura senza tetto del Goleto che amplificano il violoncello di Brunello, che invecchia meglio del vino, Armando "testa di uccello" che declama allo scalo. Lo scalo riaperto. Il cowboy con la sigaretta col bocchino che ci suona dentro… Gavino Murgia travestito da demone della cupa che provoca l’estasi delle baccanti… i cavalli contro luna, lo zoccolare dei muli nei vicoli, i Diables de Catalunya che ci esaltano nel terrore come in un quadro di Bosch, medioevo post atomico tra i vicoli. L’alba. La ricreazione del mondo…
E poi il suolo, questa terra da camminare, questo vuoto da riempire di cose che fanno bene, di cose buone. Di cose fatte bene. Con testardaggine.
Fare una buona festa ha le sue regole. La prima è scegliere dei buoni invitati. Ho avuto fortuna. Grazie a voi che avete accolto l’invito. Grazie a noi per la passione.
Che settimana… Che lutto, ora, il campo vuoto dopo il raccolto. Di nuovo il campo da arare…
Però che ricreo… Tutto da scolpire nel cuore
Un bacio, e scusate per le foto che non ho fatto. Ero troppo intento a usare gli occhi.

Vinicio Capossela


Con queste parole di Vinicio Capossela cala il sipario sulla quarta edizione dello Sponz Fest, iniziato lunedì 22 agosto con la riapertura della tratta ferroviaria Avellino-Rocchetta e conclusosi in modo solenne nella straordinaria cornice del Goleto di Sant’Angelo dei Lombardi, dove prima il poeta siriano Khaled Al Nassiry e poi il violoncellista Mario Brunello hanno raccolto la standing ovation del numerosissimo pubblico accorso.

Una settimana di “ri-creo” in cui le terre dell’osso sono state letteralmente invase da oltre 20.000 persone giunte da ogni parte d’Italia.

Sette giorni di festival, un programma denso e articolato in tanti linguaggi e in tante sezioni, accomunate dal grande tema della Polvere e dal titolo di questa edizione “Chi tiene Polvere spara”, che ha trasformato i suggestivi paesaggi dell’Alta Irpinia in un’Arizona del sud Italia, costruendo un nuovo immaginario, avvolgendo questa terra segnata dall’emigrazione di una nuova narrazione fatta di tanti racconti, leggende, miti che trovano origine nella immensa cultura rurale di questi luoghi e ne fanno una nuova terra di frontiera, con la sua epica contemporanea e antica al tempo stesso.

Nei luoghi dello Sponz sono sfilati in questi sette giorni quasi cinquanta ospiti: Giovanna Marini, Gianni Morandi, Paolo Rumiz, Domenico Quirico, Ascanio Celestini, Chico De Luigi, Moni Ovadia, Khaled Alnassiry, Mimmo Borrelli, Teatro delle Albe, Micah P. Hison, Vincenzo Costantino Cinaski, Victoria Fante, Mariangela Capossela, Toni Ricciardi, Mario Brunello, Gavino Murgia, Alessio Lega, Arizona Dream, Giovannangelo De Gennaro, l’Orchestrina di Molto Agevole, l’Orchestra Extraliscio, la Banda della Posta, Banda delle Zeppole, La Consorteria delle Tenebre, Diables de l’Onyar, Tonuccio e Pink folk, Erica Hansen, i Makardia, Antonello Petrillo, Generoso Picone, Giovanni Spiniello, Emanuele Lelli, Giampiero Galasso, Massimo Dall’Ora, Lupita e tanti altri ancora.

Un programma che ha avuto il suo culmine nel concerto “Polvere nella cupa” sabato 27 agosto alla Sponz A-rena di Calitri, unica data Campana del Polvere Tour di Vinicio Capossela: oltre quattro ore di musica arricchite dalla presenza di ospiti eccezionali come Giovanna Marini, la “madre” del folk italiano, che con Vinicio ha ricordato il grande Matteo Salvatore; Micah P. Hinson, che con la stessa Marini ha regalato un’indimenticabile interpretazione del brano “This land is your land” di Woody Guthrie; e poi ancora Mario Brunello, che ha aperto la serata con un toccante omaggio musicale alle vittime del terremoto e infine Gianni Morandi, l’ospite più atteso, che con l’umiltà e la disponibilità che lo contraddistinguono ha prima regalato al pubblico un medley chitarra e voce di alcuni dei suoi brani più famosi (C’era un ragazzo, Fatti mandare dalla mamma, In ginocchio da te, Il grande prato verde) per poi affiancare Vinicio sui brani “La padrona mia”, “Se perdo anche te” e “Zompa la Rondinella”, brano per il quale è tornata sul palcoscenico anche Giovanna Marini.

Non un semplice concerto quindi, ma uno spettacolo totale, una festa intensa e coinvolgente, con tanti momenti di autentica poesia, con migliaia di palloni colorati che rimbalzavano fra il palco e il pubblico in un finale a tratti commovente che si è chiuso con un invito di Capossela a un grande abbraccio collettivo, per rinforzare il senso di comunità, per proteggersi reciprocamente, per esorcizzare la morte e celebrare la terra e la vita.

E questa voglia di celebrare la terra e la vita emerge chiara nelle parole usate da Capossela per introdurre l’ultimo atto dello Sponz Fest all’Abbazia del Goleto:

“La Terra è stato il vero basso continuo di tutte queste cose, che siano musica, parole o poesie.
In queste terre bisogna venirci un po’apposta, pure se si chiamano "terre di mezzo", sono in mezzo a un bel niente. "Terre dell’osso" perché polpa non ce n’è, e restituiscono sempre la sensazione della "ri-creazione" del mondo. Queste albe e questi cieli selvatici evocano sempre l’origine del tutto. Ri-crearsi, cioè crearsi un’altra volta, diventare qualcos’altro, rinnovarsi. Queste sono terre da cui la gente se n’è andata, dove però rimane una grande risorsa: il Vuoto. Il vuoto è una cosa che si può riempire ed è quindi importante riempirlo di cose belle e non di immondizia, in modo tale che la terra ci possa parlare. Perché la terra parla, lo sanno bene i camminatori.”

Lo Sponz Fest si conferma quindi uno dei festival più importanti dell’estate italiana.

“Un festival di confine – come scritto da Marco di Milia su Rockol – pionieristico e per certi versi affine a quelli della grande epopea rock. Una rivoluzione di intenti e di idee, con il suo primo bandido saldamente in testa, pronto a far mettere i punti esclamativi dove occorrono, con la speranza che queste zone, lontane dal chiasso delle città, siano di nuovo in grado di far sentire la propria voce e valorizzare il proprio territorio."

L’Associazione Sponziamoci e la Direzione dello Sponz Fest, oltre a comunicare nei prossimi giorni, una volta chiusi i bilanci di questa edizione, la cifra che sarà devoluta alle popolazioni vittime del sisma, attiveranno altre iniziative per proseguire nella raccolta fondi.

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Il progetto "Sponz Fest 2016 Chi tiene polvere spara" è finanziato dal Programma POC 2014-2020 linea strategica 2.4 “Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e cultura” – sezione “Eventi di rilevanza nazionale ed internazionale” nel periodo “giugno 2016 – gennaio 2017”. È stato realizzato con la collaborazione attiva dei comuni di Calitri, comune capofila del progetto, Sant’Andrea di Conza, Conza, Andretta, Cairano, Bisaccia e Sant’Angelo dei Lombardi e sostenuto da PostepayCrowd, il programma di crowdfunding di Postepay, Visa e della piattaforma Eppela, cofinanziato dai partner.